Genova, Bologna, Lecce, Cremona – Solidarietà ai compagni arrestati

GENOVA – Volantino in solidarietà agli arrestati degli ultimi giorni

GIORNATA NAZIONALE CONTRO LA LEGA E IL GOVERNO

Una premessa- Martedì 7 febbraio, viene sgomberato l’Asilo Occupato a Torino e imbastita l’ennesima operazione repressiva (sette ordinanze di custodia cautelare in carcere con l’accusa di Associazione sovversiva, mentre le indagini coinvolgono una trentina di compagni). I compagni dell’Asilo hanno da sempre lottato contro le prigioni per i senza documenti (prima CIE, ora CPR) e i rimpatri dello Stato, denunciando le complicità di chi collabora con quell’inferno senza fine che viene definito “accoglienza”. Richiesti più volte dalla sindaca pentastellata Appendino, lo sgombero e l’inchiesta vengono seguiti con cura direttamente dal Ministro dell’Interno, che al commento “I teppisti arrestati a Torino: dalle parole ai fatti”, lascia intendere che questa non è un’operazione qualunque. In risposta allo sgombero e in solidarietà ai compagni.

Sabato 9 Febbraio, scorrono per le vie del centro di Torino migliaia di compagni per manifestare e dimostrare che non sarà semplice togliere di mezzo una realtà come quella dell’Asilo e ciò che esso rappresenta. La manifestazione si apre con uno striscione che ricorda “Fanno la guerra ai poveri e la chiamano riqualificazione. Resistiamo contro i padroni della città”. In seguito agli scontri avvenuti in manifestazione si sono susseguite alcune dichiarazioni che ci hanno portato nuovamente in piazza, perché Abituarsi a certe parole, significa accettare i fatti che ne conseguono.

Subito dopo la manifestazione,  Alessandro Ciro Sciretti, consigliere leghista della circoscrizione 6 del comune di Torino, invoca contro i manifestanti un po’ di Scuola Diaz. Precisamente dichiara:” Nessuna pietà per queste persone. Le forze dell’Ordine sono troppo limitate. Ci vuole un po’ di Diaz”.

Il leghista si augura quindi che i partecipanti siano picchiati a sangue, torturati e sequestrati dalla Stato.

Non c’è che dire, questo governo – ancor più di quelli precedenti ai quali dobbiamo provvedimenti repressivi quali il decreto Minniti – ci sta riservando delle perle di luoghi comuni, misti a stupidità politica, inconsistenza intellettuale e distopica incursione verso la realtà che fanno spavento, ma anche riflettere. Il buco nero della politica è sempre più evidente e il successo dell’accoppiata della Lega & 5Stelle va di pari passo e fomenterà quell’immiserimento politico e culturale oltre che economico e arretramento della coscienza politica, tipico di una società che si trova ad un bivio: mobilitarsi per rivoluzionare o mobilitarsi per ricreare il passato.

I fatti lo dimostrano.

Il modus della politica influenza anche le dichiarazioni delle forze armate che definiscono i compagni arrestati: “prigionieri, non arrestati”. Ammettendo di fatto che le regole, che tutti sono tenuti a rispettare in questo sistema di miseria e sfruttamento chiamato democrazia, sono in realtà regole di guerra. Il re è nudo.

Una guerra sempre più evidente con morti in mare, rastrellamenti, sgomberi, attacco alle lotte, caccia la povero, licenza a uccidere per la polizia, eredità dei governi precedenti..taser, braccialetti elettronici, daspo induriti, aumento delle deportazioni, pene più severe per chi occupa case e blocca strade, ricatti ancora più forti per chi è straniero, prospettive governative attuali.

Questa guerra portata avanti dalle elites per  i propri interessi ha raggiunto una fase in cui il gioco è disvelato: l’attuale mobilitazione reazionaria sgombera addirittura il campo dal galateo democratico, il linguaggio si definisce in maniera sempre più chiara: nemici, infami, marcire in galera, Diaz…poiché nessuno si aspetta che ci possa essere una reazione. Il lento adagio che ci vuole sopiti è ormai dilagante e il bispensiero dominante.

Ciò che viene apprezzata è la docile sottomissione del miracolato, né troppo incazzato, né troppo memore dei meno fortunati. Non c’è posto per la reazione, ma Torino invece sta dimostrando il contrario.

Noi oggi vogliamo invece provare a non dimenticare che cosa è stata la Diaz.

La notte della Democrazia, la mattanza cilena, l’eclissi del diritto, queste sono solo alcune frasi usate per descrivere i soprusi, gli abusi, le violenze che i poliziotti, i carabinieri, i finanzieri-  in una parola lo Stato- avevano commesso nei confronti dei manifestati del  Luglio del 2001.

La furia cieca, ma “costruita nel tempo”, di vendetta, la necessità di scompaginare gli equilibri, far saltare il piano di violenza fino a quel momento tenuto, alzarlo per arrivare all’inconcepibile per poi far accettare tutto quello che avviene un po’ sotto, la certezza dell’impunità, sono alcune fra le ragioni del massacro genovese. Quelle giornate, la gestione della piazza e del post piazza sono un pezzo di nostra memoria, non dimenticabile e  non svendibile. Quelle giornate, la gestione della piazza e del post piazza hanno segnato l’Italia, disvelando come il monopolio della violenza sia sempre e comunque in mano allo Stato che chiaramente non si è pronunciato con condanne ma solo con richieste di risarcimento danni ed, anzi, con promozioni di tutti i vertici coinvolti.

Lo sgombero dell’Asilo, il trasferimento odierno dei compagni nel braccetto di sorveglianza del carcere di Ferrara, l’inchiesta per associazione sovversiva è uno dei tanti passi che questa democrazia sta facendo volendo sempre più fare piazza pulita di quanti hanno ancora qualche cosa da dire, e credono ancora che questi sistema di sfruttamento possa e debba finire. Infatti ieri mattina all’alba ecco la nuova “operazione”: altri 7 compagni vengono portati via dalle loro abitazioni in trentino e trasferiti nelle patrie galere (tutti in carceri diversi perché non comunichino e per intralciare le visite dei parenti, a loro volta perquisiti) con le stesse accuse rivolte agli occupanti dell’Asilo. Perquisiti anche gli spazi El Tavan e Cabana di Trento. Sequestrati caschi, bandiere e fumogeni da mostrare in TV.

Sappiamo che questo non è altro che l’ennesimo inizio di un precipizio, che deve essere affrontato e non ignorato e sottovalutato.  Ci prepariamo a nuove risposte in solidarietà ai compagni e alle compagne.  Anche per questo oggi siamo in piazza.

Solidarietà ai compagni e alle compagne inquisite

Solidarietà ai compagni e alle compagne prigionieri

BOLOGNA – manifesto in solidarietà a Torino e Trento

Se chiamano “terroristi” e “sovversivi” i compagni e le compagne arrestati aTrento e a Torino, allora lo siamo tutti. Se le loro case e i loro spazi sono “covi di eversori” allora lo sono anche i nostri. Noi tutti e tutte siamo loro, ciascuno di noi che con loro, per anni, ha portato avanti lotte in tutta la penisola e non solo. la paura regna di questi tempi e la repressione serve da monito, per tutti gli sfruttati. Serve per mettere in guardia i poveri e i ribelli, per ribadire che alzare la testa ha un costo. Lottare costa caro, lo sappiamo benissimo e non potrebbe essere diversamente. In tempi così bui, tuttavia, risulta quasi scontato dire che non ci sono alternative: o continuiamo a lottare contro chi ci vorrebbe schiavi docili, oppure lo saremo, saremo schiavi e firmeremo la nostra condanna. C’è chi ha scelto di fare della propria vita una lotta contro i padroni, siano essi partiti politici o altri responsabili del marcio di questo mondo. Mentre lo Stato, Lega in primis, crea un fortino per bianchi e ricchi, dentro le sue tenaglie qualcuno continua a lottare e questo pungolo ai fianchi del potere fa male e non è tollerabile. La repressione, si sa, agisce ancora più forte quando i tempi sono duri e il malcontento rischia di montare. Si dà da fare e picchia duro per provare a fiaccare gli animi. Sta a noi ora non mollare il colpo. Avanti tutta, è tempo di lottare.

Solidali e complici con Agnese, Rupert, Sasha, Stecco, Giulio, Poza e Nico arrestati a Trento il 19 febbraio.

Solidali e complici con Antonio, Silvia, Beppe, Larry, Nicco e Giada arrestati a Torino il 7 febbraio.

Anarchici e anarchiche

LECCE – Solidarietà agli arrestati in Trentino

CANZONE ARRABBIATA

Provano rabbia per questo mondo di sfruttamento e di autorità. Questa fondamentalmente la colpa degli anarchici, di tutte le epoche. Ed è per questo che lottano, con o senza violenza, perché la violenza è parte di questo mondo. Non possono sopportare che la gente muoia in mare, nell’ indifferenza generale.

Non sopportano che si alzino muri, frontiere, galere e filo spinato, che il mondo sia dominato dall’ideologia militare. Non tollerano che si aizzi la guerra tra poveri e il razzismo, che personaggi insulsi e inutili fomentino tutto questo, come fa il ducetto Salvini e tutto il partito che rappresenta.

Non sopportano che la natura, quella dove si è cresciuti fino a quella più lontana, venga devastata e annientata. Non possono ancora consentire che la morale, religiosa e non, ci schiacci e decida del nostro corpo, così come della nostra esistenza.

Non accettano la schiavitù, quella salariata come quella tecnologica.

Desiderano tutto, sono innamorati della poesia. Per questo i compagni anarchici del Trentino sono stati arrestati, per questo siamo a loro fianco. Tra chi si rassegna e chi apre orizzonti, abbiamo da tempo scelto con chi parteggiare. In pochi giorni due ondate repressive contro gli anarchici, hanno coinvolto Torino, Trento e Rovereto. E la solita macchina mediatica si è messa in moto. Questo, forse, sarà servito a trovare dei facili nemici interni su cui scagliare il perbenismo democratico, o ad occultare il peggioramento delle condizioni di tutti. Oppure servirà a nascondere quanto il controllo sia parte dell’esistenza e quanto l’addomesticamento sia il pilastro del presente e futuro consenso, ma non potrà certo bastare a renderci completamente muti. Camminiamo e cantiamo, per questo tentiamo di distruggere le catene, non solo le nostre. E siamo scintille, fuochi, semi, alberi, onde, montagne, farfalle.

Il nostro pensiero ai compagni arrestati a Trento e Rovereto.

Solidarietà complice e arrabbiata. TERRORISTA È LO STATO!

Biblioteca anarchica
occupata Disordine

CREMONA – Azione in solidarietà

Dopo gli arresti e le perquisizioni in Trentino, nella notte è stata messa fuori uso una colonnina della fibra ottica. Silenziare il tecnomondo per far urlare la carne viva. In solidarietà anche ai compagni di Torino, al compagno del Fermento, ai prigionieri delle operazioni scripta manent e panico. Anche qui nella nebbia di Cremona la pillola della repressione non va giù.

Fonte: roundrobin