La barbarie o la vita
La barbarie cambia bandiera facilmente.
Si nasconde dietro un’ecologia Green,
un farmaco risolutivo, una vita sicura che si fa vita controllata,
dietro la speranza cieca che accetta l’incognita del laboratorio,
dietro la complicità che fa suo il silenzio,
dietro la nonviolenza che diventa alibi
riducendo gli spazi del possibile,
dietro l’attesa d’essere compresi in un mondo
la cui unica memoria è quella del dispositivo.
Se le donne e gli uomini di domani saranno
esseri semplificati al proprio materiale biologico,
come se nulla più potesse essere unico,
ridotti a cifre accumulate nei dati,
come se nulla più potesse uscire dallo schermo,
affronteremo quel domani.
Lo faremo oggi.
La freccia che può affondare nella Megamacchina
tende la sua corda nei nostri cuori,
nell’intenzione non misurata,
nei passionali tentativi d’essere minaccia,
nel rischio che anima le idee,
nella rabbia che diventa attacco.
Siamo l’errore, l’imprevisto,
la variante umana.
Di fronte al calcolo muto della macchina,
la fantasia indecifrabile che da forma alla vita.
La vita per cui ci battiamo.
Fonte: ilrovescio