Lo sapevate che?

In Spagna ci sono 4 ragazzi Italiani detenuti dal 27 Febbraio 2021 per aver manifestato per la libertà di espressione.

Il 16 Febbraio 2021 il rapper catalano Pablo Hasel viene arrestato per alcuni suoi post sui social. E’ accusato di “apologia di terrorismo” e “vilipendio della monarchia e delle istituzioni dello Stato”. In migliaia, convinti che questo arresto violi il diritto alla libera espressione scendono in piazza in tutta la Spagna, e molti anche dall’estero. Nei giorni successivi ci sono numerosi scontri tra manifestanti e forze dell’ordine. Le immagini di un blindato della polizia in fiamme a Barcellona sono state diffuse dai telegiornali internazionali ed a seguito di questo episodio il 27 Febbraio sei italiani, una ragazza farancese ed una spagnola vengono ritenuti colpevoli di “disordine pubblico”, “appartenenza a gruppo criminale” e “tentato omicidio”.

Intervento dell’Avvocato Benedetta Perego

“Le accuse nei confronti degli arrestati si basano sulla testimonianza di due poliziotti che si sarebbero infiltrati fra i manifestanti, che ricordiamo furono 6000, ma che in tribunale hanno ammesso di non poter riconoscere nessuno degli accusati. Arrestati per il fatto che parlavano italiano fra di loro, perchè vestivano abiti scuri, perchè utilizzavano un accendino dello stesso colore e perchè avrebbero utilizzato la parola d’ordine “chihuahua”. Non una singola accusa precisa di atto violento o vandalico è stata mossa nei confronti dei singoli, anzi relativamente al punto che sembrava inizialmente più grave, cioè il rogo del blindato della polizia, la ragazza italiana accusata di aver lanciato il liquido infiammabile, già da fine Marzo 2021, è stata scagionata da immagini video che ne dimostrano l’estraneità, e che non hanno aggiunto nulla a carico degli altri. Anzi, c’è di più, da Settembre 2021 il corpo dei Vigili del Fuoco di Barcellona ha formulato un report d’indagine statuendo chiaramente come non ci sia mai stato vero pericolo per il poliziotto all’interno del van. Ciò nonostante, principalmente per questo fatto, continua a pendere l’accusa di tentato omicidio nei confronti degli indagati. Per la liberazione di 6 di loro è stata chiesta una cauzione di 45.000 euro ciascuno, e 4 restano in carcere a tutt’oggi.”

Intervento dell’Avvocato Gianluca Vitale

“La vicenda relativa agli arresti per gli scontri del 27 Febbraio è paradigmatica e in qualche modo svela la reale natura e l’ipocrisia del sistema giudiziario spagnolo, che non differisce dagli altri sistemi dei paesi europei: una carcerazione preventiva che dura ormai da quasi un anno, una richiesta di cauzione esorbitante, con l’utilizzo quindi di un istituto giuridico tipicamente di classe, perchè lega la libertà personale dell’accusato non alla gravità del fatto ma alla sua capacità economica. Tutto questo in assenza di prove o con prove assolutamente inconsistenti e contraddittorie. La custodia cautelare, che è il carcere in assenza di previo accertamento di penale responsabilità, prima di una condanna quindi, che andrebbe utilizzato come ultima ratio e con estrema parsimonia, viene invece utilizzata largamente soprattutto quando ad essere accusato è il conflitto sociale e chi agisce in quel conflitto sociale. Gli arrestati avevano il torto non tanto di avere fatto qualcosa, perchè di questo non vi è prova, ma di essere qualcosa, di essere portatori di istanze antagoniste, di essere in qualche modo non allineati, di avere partecipato alle proteste per la libertà di manifestazione del pensiero, di essere scomodi. E allora in Spagna, come in Italia, come negli altri paesi, si devono piegare quelle stesse regole che lo Stato si è dato per poter definire il proprio sistema giudiziario come giusto. Quelle stesse regole devono essere piegate e violentate, e sacrificate al supremo interesse di reprimere tutto ciò che sia considerato non politicamente coerente col sistema dominante.

Ad oggi non sappiamo quando inizierà il processo, né se la somma richiesta per la cauzione potrà essere ridotta.

Solidarietà ad Albo, Danilo, Emanuele, Erman, Jeanne, Luca, Maria e Sara arrestati per aver manifestato per la libertà di espressione.

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