Esortazioni polemiche per una cospirazione anarco-nihilista

Riceviamo e pubblichiamo:

ESORTAZIONI POLEMICHE PER UNA COSPIRAZIONE ANARCO-NIHILISTA

Premessa: chiedo anticipatamente venia per la fretta dovuta dall’urgenza con cui ho vomitato codeste righe e che hanno contribuito a rendere macchinosi e affrettati alcuni passagi che presi singolarmente meriterebbero un analisi a parte.

Compagni, sorelle e fratelli, Anarchici tutti (quelli degni di questo nome), è con non poca preoccupazione che mi trovo a vergare codeste righe.

Urge una presa di consapevolezza collettiva delle trasformazioni in atto all’interno del tessuto politico istituzionale e  della societa in cui viviamo al fine di, nel peggiore dei casi, vendere cara la pelle, e nel migliore: essere ancora in grado di infliggere duri colpi al nemico.

Ma ora  facendo un breve passo indietro vorrei condividere con voi l’analisi che ho fatto della situazione attuale, partendo da noi.

Sono anni che buona parte del movimento anarchico, travisando le parole del compagno Anarchico Alfredo M. Bonanno, in riferimento alla riproducibilità delle azioni di attacco inscritte in una progettualita insurrezionalista prima e rivoluzionaria poi (v. Teoria e pratica dell’insurezione pp.43) elogia rasentando l’idiozia il baratro di abbassamento della conflittualità Anarchica, nel quale stiamo sprofondando continuando a giocare al ribasso.

Oltrepassando quest’ultima sofferta conclusione polemica vorrei invece esporvi una fastidiosa perplessità: che insurrezione state preparando?

O pensate realmente che folle di sfruttati, perdipiù proletari non coscenti della loro condizione mossi da quanto piu distante ci sia da una tensione rivoluzionaria, ovvero pruriti riformisti quando non reazionari, dopo l’ennesima iniziativa di testimonianza che sia un presidio o il solito corteo “comunicativo”, decidano di insorgere per tirare fuori il compagno Anarchico Alfredo Cospito dal 41 bis?

Se mai dovesse avverarsi lo scenario in cui spero crediate (rispetto molto gli utopisti, diffido di coloro che non ammettono a se stessi di essere dei codardi, e spero di non avere a che fare con degli imbecilli) secondo me almeno tre quarti della gente troverebbe inaccettabile l’assenza di vittime per giustificare un trattamento cosi severo da parte di quello che dovrebbe essere uno stato di diritto democratico e consequenzialmente si mobiliterebbe.

Ma tornando a quella che si avvicina di più alla mia visione della realtà, dato che la cosiddetta “gente”, ovvero il proletariato e sub-proletariato non cosciente che potrebbe ribellarsi, non lo fa manco per se stessa si va a finire a cercare di far leva sui rimasugli di quel lato “sinceramente democratico” riformista e legalitario.

Secondo me stiamo sottovalutando la posta in gioco in quanto Anarchici e nemici dichiarati dello stato dettata dall’inasprimento della stretta della morsa dentro la quale stato e capitale stritolano chiunque non si lasci amalgamare dai suoi ingranaggi mortiferi.

Emblematico del momento storico in cui stiamo vivendo, per fare un piccolo esempio, è il fatto che 5 sottosegretari al governo  sono questi:

Paola Frassinetti – delegata all istruzione (Ha un passato da dirigente nel Fronte della Gioventù milanese e negli ultimi anni ha sempre sostenuto l’attività di Lealtà e Azione, inoltre la famiglia del suo compagno è propietaria di una cascina dove è di casa Rainaldo Graziani, figlio di Clemente, fondatore di Ordine nuovo morto in Paraguay, dov’era scappato, il quale teorizzò lo stragismo.)

Isabella Rauti – (figlia di Pino Rauti, l’altro fondatore di Ordine nuovo, in un intervista affermò di avere come pensatori di riferimento Codreanu ed Evola)

Claudio Durigon – (a Roma voleva cambiare il nome di una piazza intitolata a Falcone e Borsellino per dedicarla ad Arnaldo Mussolini)

Galeazzo Bignami – vice ministro alle infrastrutture (si fece fotografare vestito con una camicia nera e una fascia con la svastica sul braccio)

Augusta Montaruli – università e ricerca  (fotografata a Predappio con la bandiera nera e la croce celtica)

Dal Punto di vista di chi scrive è chiaro la volontà di una buona fetta della classe dirigente di chiudere per sempre i conti con il suo passato di oltrepassare il fascismo e di conseguenza anche la sua nemesi.

Assistiamo ad una tendenza post fascista in un puro esercizio di stile tanto caro alla repubblica italiana: basta smettere di chiamarsi fascisti per non esserlo, e se non ci sono piu fascisti gli antifasciti cesserano di esistere per mancanza di ragione.

Fortunatamente noi siamo Anarchici ed antiautoritari e questo cerchiobottismo non ci tange.

Ora tornando a noi Urge la neccessità di mettere in gioco le nostre vite i nostri cuori, accantonare utopie rasserenanti e renderci conto che siamo fottuti. Ben lungi da me provare o voler istillare senso di scoraggio. Occore organizzarsi, smettarla di pensare nel proprio piccolo, nel proprio essere piccoli.  La sfida è grande.

Occore credere di poter essere pericolosi per poterlo essere.

Occore riprendere ad osare.

Occore cospirare con i propri affini

Occore ricostruire dei rapporti di forza per garantire la nostra sopravvivenza.

Contro la violenza dello stato riscopriamo la gioia armata della violenza rivoluzionaria

Il nemico non arretrerà a suon di testimonianze in cui ci riempiamo la bocca dicendo che siamo tutti d’accordo con l’ultimo anarchico che ha sparato ad un padrone  in italia.

Per evitare che il compagno Anarchico Alfredo Cospito muoia di fame in isolamento totale

Occorre ricominciare a far nostro il motto che fu dei nostri fratelli e sorelle Anarchici  di cui sono orgoglioso che contraddistinse i secoli passati:

ANARCHIA O MORTE 

un Anarco-pessimista

insuscettibile di rassegnazione