Cile: Testo della compagna anarchica Mónica Caballero dalla prigione di San Miguel

Questa settimana ricorrono gli 8 anni da quando vari gruppi della Croce Nera Anarchica (ABC) e diversi individui in tutto il mondo, presero l’iniziativa di dedicare una settimana di solidarietà internazionale a tutti gli anarchici imprigionati. Questa settimana coincide anche con il giorno in cui si commemora l’anniversario dell’omicidio legale degli anarchici Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti da parte del governo degli Stati Uniti nel 1927.

La storia ufficiale scritta dai potenti, dalla sinistra democratica progressista e una parte dell’anarchismo, si è preoccupata di creare un’immagine vittimistica di Sacco e Vanzetti, e soprattutto ben lontana da qualsiasi pratica illegalista. Tutto questo sulla base del riconoscimento da parte dell’apparato giudiziario americano, che all’interno del processo penale che condannò Sacco e Vanzetti ci furono molte irregolarità, e che essi sarebbero stati legalmente “innocenti” (informazione che divenne nota molti anni dopo l’omicidio dei compagni). Probabilmente i compagni non avevano alcuna relazione con l’espropriazione di South Braintree, cosa che è importante conoscere e ricordare, così come è importante sottolineare che Sacco e Vanzetti erano anarchici d’azione, che propagavano idee antiautoritarie ed esercitavano diverse pratiche illegaliste.

Nel territorio che noi chiamiamo USA, nei primi anni del 1900, esistevano diversi gruppi anarchici informali dedicati agli espropri e alla diffusione di idee antagoniste al dominio. Nicola e Bartolomeo parteciparono attivamente ad uno di questi gruppi, nello specifico a quello che ruotava attorno al giornale “Cronaca Sovversiva”. Questi elementi sono stati completamente omessi dalla  “storia ufficiale”, così come è stata omessa la grande solidarietà internazionale che i compagni ricevettero durante l’anno 1927. Ci furono molte manifestazioni di rifiuto, in diverse località, del processo politico/legale/poliziesco, così come attacchi esplosivi in nome di Sacco e Vanzetti, uno dei più noti fu quello che distrusse il consolato italiano a Buenos Aires.

Non è un caso che coloro che sostengono il Potere e i suoi falsi critici usino e modifichino a proprio piacimento la storia relativa a Sacco e Vanzetti, non è la prima volta e di certo non sarà l’ultima.

Gli apparati repressivi dello Stato infrangono costantemente la loro stessa legalità: creano montaggi, stupri, torture ecc… Queste pratiche, per noi che ci poniamo come nemici dell’egemonia del Potere, non devono sorprenderci… Confidare nella legalità democratica dello Stato non fa parte della mia costruzione politica. Questo non significa che intendo naturalizzare gli abusi esercitati quotidianamente dai poteri dello Stato; rendere visibile una cosa non significa esserne vittima.

Vedo una settimana di solidarietà con i prigionieri anarchici come un’occasione in più per rendere visibile ciò che accade dietro le mura di una prigione. Il carcere per me è solo un altro scenario di confronto, che si fa sentire anche nelle cose più piccole e quotidiane.

Il primo passo che ho fatto in un carcere è stato molto tempo fa, da allora non ho mai smesso di sentire la solidarietà dei miei compagni, quella solidarietà che ho trovato in un abbraccio fraterno o in una bella luce sediziosa in qualche icona del Potere.

94 anni dopo l’assassinio legale degli anarchici Sacco e Vanzetti, niente e nessuno viene dimenticato.

Chi lotta contro il Potere non cessa mai di essere ricordato.

Fonte: publicacionrefractario

Traduzione a cura di: infernourbano