Atene, Grecia: Rivendicazione dell’attacco contro un cantiere della metropolitana

Atene, Grecia: Rivendicazione dell’attacco contro un cantiere della metropolitana

Lunedì 26 dicembre abbiamo dato fuoco a due macchine edili utilizzate nel cantiere della nuova linea della metropolitana in piazza Primo Maggio.

Abbiamo attaccato le macchine della metropolitana su Veikou Avenue, nella zona di Galasti, non appena è cambiato il tempo. Ci siamo resi conto che con l’intensa umidità presente nell’aria c’era la possibilità che l’azione fallisse. In ogni caso, abbiamo deciso di correre il rischio e il risultato è stato che 3 macchine presenti nel cantiere sono andate completamente distrutte e probabilmente molte altre sono state danneggiate, il che è estremamente positivo per noi.

Sappiamo bene che quanto successo non fermerà i lavori di costruzione della metropolitana, ma le cinque macchine edili danneggiate, oltre ad aver causato un notevole danno finanziario, sono servite ad inviare un chiaro messaggio di resistenza. Forse la nostra azione causerà solo un leggero ritardo nei lavori di costruzione, ma preferiamo sempre l’azione al semplice essere spettatori di questa assurda e triste realtà.

È stato facile scegliere il bersaglio, non solo per ciò che rappresenta, ma anche per l’impiego pratico che contribuisce allo svolgersi della vita regolare nelle città. La metropolitana, le opere di urbanizzazione, le ruspe e gli altri macchinari sono solo i simboli della gentrificazione, del progresso, della modernizzazione, della distruzione della natura e dell’imposizione del sistema tecno-industriale.

Il discorso fatto dal governo, secondo cui la metropolitana e tutti gli altri progetti (il lungomare, la riqualificazione della collina di Strefi, ecc.) sono nel nostro interesse, non ci convince affatto. Sappiamo già cosa intendono quando parlano di sviluppo. Sappiamo chi trae vantaggio da questi progetti, che non hanno certo lo scopo di semplificare la vita degli abitanti dei centri urbani, ma fungono da rete di produzione/consumo.

Le città in cui viviamo sono una distopia fatta di cemento e acciaio, che inghiotte i suoi abitanti per poter continuare a esistere. I ritmi di vita serrati, il sovraffollamento, l’inquinamento, lo stress, il lavoro come scopo di vita, i disturbi mentali e le malattie sono alcuni degli effetti dello stile di vita moderno; la gentrificazione, e ogni altro piano di sviluppo urbano, garantiscono la sottomissione a questo stile di vita malato. Devono sapere che ognuno di questi piani per creare una prigione a cielo aperto, come sono le città, si confronterà con noi, e saremo armati.

Crediamo che le nostre scelte rappresentino ciò che siamo. Durante le vacanze ognuno di noi sceglie come trascorrere il suo tempo. La maggior parte sceglie di nascondere la propria infelicità quotidiana con dosi di falsa felicità, mangiando a Natale, o ubriacandosi alle feste. Noi abbiamo scelto di passare all’attacco e di dare l’addio al 2022 accogliendo il 2023 con il fuoco. Niente è finito, tutto continua.

Vogliamo dedicare questa azione al nostro compagno Thanos Chatziangelou, in sciopero della fame e della sete, che è stato sottoposto ad un tentativo di alimentazione forzata, ed al compagno anarchico Alfredo Cospito, anche lui in sciopero della fame.

Salutiamo i 4 compagni incarcerati per il caso del Pireo e Kostas Dimalexis

QUESTA ORRIBILE CITTA’ BRUCIA SPLENDIDAMENTE

LA GUERRA INFURIA

Fonte: athens.indymedia.org via actforfree.noblogs.org

Traduzione: Inferno Urbano