Atene, Grecia: Solidarietà con il compagno anarchico Kostas Dimalexis

GIU’ LE MANI DAI COMPAGNI – LA SOLIDARIETÀ VINCERÀ

Il 22/11/2022 il nostro compagno Kostas Dimalexis, membro della comunità di Prosfygika,  è stato rapito e arrestato con l’accusa di aver attentato alla sicurezza dello Stato. Il suo arresto e la sua incriminazione sono stati usati come pretesto per l’invasione e l’attacco contro il quartiere di Prosfygika occupato, che era, ed è tuttora, il vero obiettivo dell’operazione repressiva e del tentativo di criminalizzare un’intera comunità. L’accusa che gli è stata rivolta è totalmente priva di  fondamento, si basa sulla fabbricazione di prove inventate e viene promossa dai media di regime.

L’attacco alla nostra comunità non ha fatto altro che riproporre una pratica a loro molto familiare. Creare sospetti e talvolta utilizzarli per collegare fra di loro i singoli casi, producendo una politica repressiva. Sono innumerevoli i casi in cui, nel corso degli anni, i combattenti sono stati trascinati in processi inventati, i movimenti presi di mira e le lotte represse, per finire in solenni assoluzioni o condanne che hanno messo in imbarazzo lo stesso sistema giudiziario borghese.

Allo stesso tempo, questi casi, sono l’altra faccia della stessa medaglia. Notiamo una sempre maggiore deviazione del sistema giudiziario greco verso un meccanismo di regime fatto di persecuzioni politiche, di protezione delle élite criminali (caso di Ilioupolis, casi di Lignadis, Filippidis, Fourthiotis, mafia greca, ecc.), e di imposizione di un regime totalitario, volto a terrorizzare la società, molto simile a quello presente negli Stati Africani o dell’America Latina.

Il compagno Kostas, sulla base di elementi inconsistenti e con la sola identità politica di essere un militante anarchico e un membro della Comunità di Prosfygika occupata, è stato arrestato e detenuto nel carcere di Korydallos, con il parere favorevole degli investigatori e per ordine del pubblico ministero.

Nel carcere di Korydallos, invece di essere messo in uno dei reparti in cui sono detenuti gli altri compagni anarchici, è stato invece trasferito nel reparto E, senza alcuna spiegazione.

Questo trasferimento, da quel che ne sappiamo, è stato dettato da una scelta politica, per ordine del ministero e delle autorità competenti, nell’ambito di una più ampia politica generale di repressione del movimento anarchico in particolare, e della resistenza sociale e politica in generale, parallelamente all’assalto delle forze repressive contro tutti i diritti sociali.

Ieri, il 22/12, il compagno è stato trasferito illegalmente, senza alcuna notifica né a lui né ai suoi avvocati, presso il carcere di Trikala. Un trasferimento che va a completare l’atteggiamento terroristico e vendicativo nei suoi confronti.

Se per il sistema carcerario questi trasferimenti sono una consuetudine, per il sistema democratico borghese tali pratiche sono considerate delle irregolarità, in aperto contrasto con il suo quadro istituzionale.

È ancora più interessante notare che, la proposta di trasferimento, sia stata inoltrata dal pubblico ministero all’amministrazione penitenziaria già alle 7:00 di mattina del 7 dicembre.

Non conosciamo né il come né il perché di questa richiesta, e né della risposta che è arrivata due settimane dopo. Sappiamo solo che si tratta di una mossa per isolare i prigionieri politici e di una mossa vendicativa nei loro confronti.

Con questa mossa, la repressione, sta cercando di isolare il nostro compagno dal suo ambiente politico, sociale e familiare. Soprattutto quest’ultimo, dal momento che la sua famiglia sta vivendo un lutto molto doloroso, e allo stesso tempo non è finanziariamente in grado di percorrere una distanza così lunga per andare a fargli visita.

Il nostro compagno, fin dal suo ingresso nel carcere di Korydallos, è stato sottoposto a un regime di isolamento di 5 giorni, una misura imposta il cui unico scopo è quello di spezzare la memoria dei prigionieri. E’ stato poi trasferito nel reparto E, sempre in isolamento, e infine nel carcere di Trikala. L’unica spiegazione che potremmo ipotizzare per quest’ultimo trasferimento è che il nostro compagno abbia cercato di organizzarsi, insieme agli altri detenuti, per migliorare la vita quotidiana, in relazione ai problemi che sono costretti ad affrontare quotidianamente in un reparto di 18 persone, con finestre rotte e condizioni igeniche disastrose.

Questo trasferimento, avvenuto due giorni dopo quello del compagno Thanos Chatziangelou, nel carcere di Nigrita, mostra la totale repressione messa in atto contro i prigionieri politici. Èd è fin troppo chiaro che questi meccanismi repressivi sono volti a colpire i nostri compagni e la nostra intera comunità.

Lo Stato greco ha perso da tempo anche la parvenza di una democrazia parlamentare borghese, l’unica cosa che possiamo riconoscergli è che ora è uno Stato fascista, simile a quello della Turchia, dell’Ungheria e dell’Ucraina, estremamente pericoloso per l’intera società, che prima o poi si vedrà costretta a difendersi dall’avanzata globale del fascismo nascosto dietro una finta parvenza di democrazia, organizzandosi in una lotta e in una prospettiva di classe e sociale.

Da parte nostra, rimaniamo solidali con il nostro compagno prigioniero politico Costas Dimalexis fino al suo rilascio. Rimaniamo nel nostro quartiere e nella nostra comunità, proteggendola dalla violenza della polizia.

Combatteremo fino al crollo di questo regime tirannico e ingiusto. Finché il mondo intero non diventerà una comunità di uguaglianza, libertà, solidarietà e giustizia sociale.

SOLIDARIETÀ CON LA COMUNITÀ DI PROSFYGIKA E DI ALEXANDRAS AVENUE OCCUPATA

SOLIDARIETÀ CON LO SCIOPERO DELLA FAME E DELLA SETE DEL 19/12/22 DI THANOS CHATZIANGELOU

SOLIDARIETÀ CON IL COMPAGNO KOSTAS DIMALEXIS

LA LOTTA PAGA

ABBASSO LO STATO FASCISTA GRECO

ABBASSO LA GIUNTA DI MITSOTAKIS

SY.KA.PRO (assemblea di Prosfygika occupata)

25/12/22

E-mail: [email protected]
Blog: sykaprosquat.noblogs.org
Twitter: @Prosfygika

Fonte: athens.indymedia.org via actforfree.noblogs.org

Traduzione: Inferno Urbano