Cile: Parole del prigioniero anarchico Aldo Hernández Valdés dalla cella del modulo 12 del carcere La Gonzalina di Rancagua

Parole del prigioniero anarchico Aldo Hernández Valdés dalla cella del modulo 12 del carcere La Gonzalina di Rancagua

Scrivo solo poche righe per ringraziarvi, profondamente, per il sostegno anonimo e anarchico che ho ricevuto e che ha attraversato queste solide mura che mi tengono prigioniero.

Più di dieci anni fa ho deciso di provare a mettere in pratica, attraverso l’azione, le idee che portavo nel mio cuore nero. Sapevo che sarebbe stato un duello all’ultimo sangue, per combattere questa società carceraria e tutti coloro che sostengono questo modello fatto di miseria.

La storia è macchiata dal sangue indomito di coloro che lottano. L’inquietudine di queste bellissime menti ci aiuta a mantenere vivo il ricordo dei nostri caduti, e allo stesso tempo ci dà la lucidità di coloro che meritano il nostro impegno insurrezionale. Sostiene il nostro eterno disprezzo per l’autorità e per chiunque ci tolga la bellezza della libertà. Libertà che è custodita nei nostri cuori neri.

Grazie ai tanti prigionieri politici che sono stati molto premurosi nei miei confronti, da quando sono arrivato in questo centro di sterminio.

A Juan Aliste e Marcelo Villarroel che fin dal primo momento hanno comunicato con l’esterno, per far conoscere la mia situazione.

Allo stretto abbraccio pieno di energia e di forza del Comandante Ramiro.

A Francisco Solar e Juan Flores che mi hanno inviato dei pacchi. Quel gesto non è passato inosservato agli altri detenuti comuni che hanno ammirato e rispettato questa espressione di solidarietà tra ribelli, sovversivi, autonomi, anarchici e combattenti. Espressioni che dimostrano che la solidarietà non è solo una parola scritta.

A questo punto non ci sono esitazioni, la decisione è stata presa e non si può tornare indietro. Abbandono il comfort dell’ordine costituito e mi avventuro nell’incertezza del confronto“. Kalinov Most

È necessario offrire alla vita la squisita elevazione del braccio e della mente. Affronto la società con le stesse armi, senza chinare il capo, per questo sono considerato e sono un uomo pericoloso” Severino Di Giovanni.

Un saluto fraterno ai miei amici e ai miei compagni. Al mio fratello e amato compagno, che è indagato e tenuto prigioniero nel carcere di Santiago 1 per il mio stesso caso.

Ai compagni di strada che ci hanno dimostrato tutto il loro amore e il loro sostegno, nei giorni e nelle notti, dal giorno in cui fecero irruzione in sei appartamenti diversi, per arrestarci.

Un abbraccio alle famiglie, ai branchi di lupi, ai compagni, agli avvocati, agli amici, alle affinità e ai cospiratori di tutto il mondo.

La guerra continua… nulla è finito. Colpiremo il nemico in testa senza esitazione.

Viva l’anarchia!

Aldo Hernández Valdés – Prigioniero anarchico

Modulo 12 / Carcere di sterminio di La Gonzalina

Fonte: informativoanarquista.noblogs.org via actforfree.noblogs.org

Traduzione: Inferno Urbano