Il 7 maggio 2012 Roberto Adinolfi, importante esponente dell’industria di morte, cadeva, ferito, ai piedi di Alfredo Cospito e Nicola Gai, anarchici rivoluzionari.
Questa canzone vuole umilmente ricordare l’evento.
TESTO
In una splendida mattina di maggio
dalla casa sua usciva Adinolfi
gambizzato veniva sul posto
da una mano vindice e crucial
L’uomo mite padre di famiglia
urlò ai barbari “so chi vi manda
certo spuria genìa v’appartiene”
chissà cosa voleva insinuar
I malfatti autor di tragedia
furon tosto a settembre scovati
e financhè con lena arrestati
dichiararon la loro cagion
Terroristi ci dite e briganti
ma nessuno noi abbiamo ammazzato
quanto sangue ha invece versato
l’atomico progresso social?
L’Adinolfi non ha la coscienza
e si sfama con pena degli altri
lui sorride e come lui tanti
dicono di essere brave person
Il ferito che non era grave
sorrideva sulla carozzella
questa faccia di bronzo e di guerra
resta ancora al suo posto d’onor
L’atto semplice, puro e verace
verso il radioattivo sciamano
gli anarchisti hanno rivendicato
e galera per essi arrivò
E tu popolo che ancora rispetti
questi boia mercanti di morte
quando verrà la crudele sorte
sarà tardi per l’insurrezion
perchè Stato Industrie e Veleni
son da sempre i nostri oppressori
con gli eserciti e con le catene
ruban l’aria la terra ed il sol!