Cile: Comunicato di Mónica Caballero in solidarietà con Alfredo Cospito

Qualche giorno fa ho ricevuto la notizia che l’indomito Alfredo Cospito ha iniziato uno sciopero della fame per interrompere l’applicazione del regime di tortura legale del 41 bis a cui è sottoposto.

Per chi non conoscesse Alfredo Cospito, è un compagno anarchico sequestrato dallo Stato italiano dal 2012, per l’attentato contro uno dei responsabili del disastro nucleare di Fukushima. Questa azione è stata rivendicata dal nucleo Olga FAI-FRI e assunta da Alfredo.

Dopo questa condanna, il compagno è stato perseguito per altre operazioni repressive, come Scripta Manet e l’Operazione Sibilla, che hanno aggiunto altri anni alla già lunga pena del compagno.

Il 41 bis un regime di isolamento totale, in cui il detenuto è ristretto, limitato e censurato in tutte le sue forme di comunicazione. La censura è una delle principali motivazioni che lo Stato italiano ha avuto per applicare il 41 bis ad Alfredo, il compagno ha sempre avuto la possibilità di diffondere idee anarchiche informali che esortavano all’azione e, allo stesso modo, si è anche impegnato a partecipare ai vari dibattiti che gruppi ed individui hanno promosso nei loro territori.

In questo senso Alfredo, nonostante tutte le difficoltà, continua a essere un compagno attivo e molto prezioso nella costruzione di ideologie distruttive. I potenti sanno che la penna di Alfredo è pericolosa, per questo è meglio lasciarlo in gabbia, il più piccola possibile e con più occhi possibili che possano spiare e controllare ogni sua mossa.

Il 41 bis è nato per sgominare le bande criminali, le mafie, sottomettendo i loro capi, estorcendo il pentimento in cambio di un regime carcerario più clemente e meno rigido. È necessario e urgente denunciare il fatto che un detenuto può morire, come è già successo, a causa del 41 bis, un regime penitenziario speciale che, tra le altre restrizioni, prevede un isolamento di 22 ore al giorno, con la possibilità di ricevere visite da un familiare per una sola volta al mese, per un massimo di un’ora, attraverso un vetro divisorio, senza alcun contatto fisico. È inoltre vietato ricevere libri, lettere e qualsiasi altro tipo di documento dall’esterno.

Secondo le ultime modifiche del 2009, il Ministro della Giustizia può imporre questa pena detentiva a qualsiasi detenuto accusato di reati legati alla criminalità organizzata, con un primo decreto per un periodo di quattro anni, rinnovabile indefinitamente ogni due anni.

Nel caso di Alfredo, lasciare questo regime speciale è un po’ più complesso, poiché non appartiene ad alcuna organizzazione e, in caso di pentimento, dovrebbe abbandonare l’Anarchia.

Alfredo è sempre stato molto chiaro riguardo la sua posizione contro il regime carcerario. La sua risposta ferma nel non volersi sottomettere o pentirsi, mantenendo la volontà di combattere, usando il suo corpo come strumento, è un altro esempio delle forti convinzioni sovversive che possiede.

Con queste parole, vorrei lanciare un appello a tutti coloro che si sentono vicini ad Alfredo a diffondere la notizia della sua situazione, a mostrare solidarietà e soprattutto ad agire contro coloro che aggiungono altri anelli alle sua già lunga catena.

Colgo anche l’occasione per mandare un grande abbraccio al mio compagno Juan Sorroche, che si è unito allo sciopero della fame in solidarietà con Alfredo. Alfredo e Juan, le loro azioni e la loro coerenza riempiono di orgoglio i cuori antiautoritari!

Per la distruzione di tutte le forme di dominio

Fuoco alle prigioni

Fine del 41 bis.

Viva l’anarchia!

Mónica Caballero Selpúlveda
Prigioniera anarchica
Novembre 2022

Per scrivere alla compagna:

Mónica Caballero Sepúlveda
Centro de prisión preventiva de mujeres de San Miguel
San Francisco 4756
San Miguel, Región Metrópolitana
Chile

Fonte: anarquia.info

Traduzione: Inferno Urbano