Chi ha ucciso Indio ? – Una risposta all’appello anarchico per un Dicembre Nero

Luiz Carlos Ruas presente, l’unica morte è l’oblio.

Luiz Carlos Ruas, alias Indio, è stato assassinato da due neonazisti per aver difeso due persone trans da un’aggressione, in una stazione della metropolitana della città di San Paulo. E’ morto per aver difeso la libertà, mentre le guardie di sicurezza e i cittadini erano conniventi. Egli sarà sempre ricordato nell’offensiva contro ogni passività ed autorità!

Come “chi l’ha ucciso”? Se i nomi e i volti degli assassini sono già noti… Non ci è voluto molto prima che i media e la cronaca nera trasformassero questo evento in uno spettacolo. C’è stata un’esposizione non solo di chi l’ha aggredito fino all’ultimo respiro, ma anche della sua famiglia, delle persone trans che ha difeso, la storia della sua vita e molte altre informazioni sono state diffuse solo per creare un’enorme cortina fumogena. Su questa situazione disgustosa, due anni dopo la sua morte, diventa indispensabile raccontare questo evento al di fuori degli artigli del dominio.

In una notte di Natale per nulla pacifica, due neonazisti inseguono delle persone transessuali all’interno della stazione della metropolitana “Pedro II” (nome dato dall’ultimo re del Brasile coloniale) con l’intenzione di fare esattamente la stessa cosa che hanno fatto ad Indio. Il che dimostra la persistente caccia contro coloro che liberarno i loro desideri e le loro volontà e si oppongono alla normalità imposta. Tuttavia, in una negazione convinta della passività, il venditore ambulante di 54 anni, ha fermamente deciso di difenderle. Questo atteggiamento gli è costato la vita.

La presenza delle guardie della metropolitana e dei cittadini perbene non è stata di alcun aiuto e non avrebbe potuto essere altrimenti. Ogni giorno le stazioni della metropolitana sono piene di automi accecati dalla routine, intenti ad eseguire gli ordini impartiti dai loro superiori. Luiz Carlos Ruas, un lavoratore nero autonomo, nel suo ultimo giorno di vita, come probabilmente nei suoi molti giorni precedenti, ha seguito istintivamente la sua ricerca per la libertà.

Un vero e proprio atto insurrezionale di solidarietà e di azione diretta, nel mezzo di una società sempre più addomesticata che chiude gli occhi sulla guerra in corso. Una guerra testimoniata dal fatto che gli agenti, così come i suoi aggressori, hanno causato la morte di un altro uomo di colore senza che nessuno metta in questione le loro responsabilità. Queste sono strutture programmate per uccidere e lasciar morire.

Il comportamento delle guardie di sicurezza non è stato affatto sorprendente. Numerosi casi sono omessi ogni giorno, molestie sessuali contro le donne, aggressività contro le persone che lavorano nei vagoni ferroviari, percosse contro persone che non sono benvenute in questo ambiente e sui mezzi di trasporto in cui tutti (o quelli che possono permetterselo) subiamo i danni dovuti all’esistenza di una tecnologia civilizzatrice che attacca la vita e la natura. Nelle vene della citta’ scorre il sangue versato dalle autorita’ e solo cosi’ può mantenere questa architettura assassina.

Così, come Alexis Grigoropoulos, assassinato dalla polizia nel ghetto di Atene nel 2008, come Sebastian Oversluij, assassinato da una guardia giurata dopo un rapina nel 2013, insieme a tante altre persone che hanno avuto il coraggio di cercare la libertà e sono morte senza che il loro nome fosse ricordato, Luiz Carlos Ruas aka Indio è solo un altro in più che vivrà in ogni atto di autonomia e ribellione. Autorità e passività hanno ucciso Indio.

L’UNICA MORTE È L’OBLIO!
LUIZ CARLOS CARLOS RUAS PRESENTE!
PER UN DICEMBRE NERO!

Anarchici

Fonte: Tormentas De Fogo