Su quale pelle? La nostra – Riflessioni sull’infiltrazione del potere nella controcultura

La nostra pelle viene battuta come carne da macello, la vostra no. Il nostro sangue sgorga dalle ferite che ci avete inferto, il vostro no. Le nostre ossa si rompono sotto i colpi del vostro braccio armato, le vostre no. Il nostro cuore batte all’unisono, il vostro no. C’è chi si accontenta delle caramelle lanciate dall’alto di chi governa la società dello spettacolo, di chi cerca di venderci una storia, di incanalare la nostra attenzione giorno per giorno, storia per storia.

Non abbiamo bisogno di un film del potere per sentirci giustificati per il nostro odio, non abbiamo bisogno di un film per conoscere ed empatizzare la brutalità dell’oppressione dello stato e del capitale. Lo viviamo ogni giorno e ogni giorno sentiamo il cuore e le spalle pesanti per la sofferenza che cercate di trasmettere a chi non la prova, agli automi, di un mondo indifferente, che avete creato. Non proietteremo il vostro film, non lo guarderemo e non vi aduleremo, come chi, sia nei propri salotti fisici che telematici, si è ormai arreso a una traduzione della storia fatta dal potere, che utilizza lo spettacolo per manipolare la vita fin nell’intimo delle nostre tane.

In quanto anarchici parliamo solo per noi stessi e non entriamo nel merito per le compagne e i compagni, che invece hanno deciso di lasciare che la grande distribuzione parlasse per loro.

Non vogliamo la vostra versione dei fatti. Non ci serve  la vostra approvazione, nè i vostri mezzi per trasmettere ciò che sentiamo e viviamo, basta guardare il dolore nei nostri occhi, mentre le parole escono spezzate dalle nostre bocche.

Parafrasando le parole dei nostri fratelli e sorelle d’oltremare:
“Non ci servono film, piangiamo già per conto nostro”

La Gioventù che soffre

Fonte: roundrobin