Pisa – Solidarietà ai compagni e alle compagne di Bologna

SUGLI ARRESTI DI BOLOGNA

Nella notte del 12 maggio, 7 compagni/e sono stati/e arrestati/e e altri 5 hanno ricevuto l’obbligo di dimora e firma. Sono state perquisite le loro abitazioni fra Milano, Bologna e Firenze e il circolo anarchico bolognese Il Tribolo. Le accuse sono: associazione sovversiva con finalità di terrorismo, danneggiamento e imbrattamento, incendio (per una persona), istigazione a delinquere. Tutto condito con l’aggravante eversiva. Un’indagine durata più di due anni, scaturita da un attacco incendiario a danno di antenne televisive che risale al dicembre 2018. L’operazione, denominata “Ritrovo”, ingloba anche le lotte portate avanti in questi anni contro l’internamento e il contenimento delle persone migranti e in solidarietà ai detenuti e alle detenute.

Queste misure cautelari arrivano in un momento in cui il potere mostra tutte le sue contraddizioni. Un momento in cui assume ancora più importanza il mantenimento di un certo livello di pace sociale. In questo periodo di emergenza abbiamo visto tutti/e come lo Stato ha usato le sue risorse per controllarci il più possibile, tramite quarantene, soldati in strada e politica del terrore. Lo hanno visto anche nelle carceri, dove la violenza sbirresca ha ucciso 14 persone durante le ultime rivolte. Ed è proprio in questo momento di distanza sociale e solitudine che al di fuori di questi orribili luoghi, sfidando ordinanze e decreti, c’è chi non è rimasto in silenzio, facendo sentire la propria vicinanza ai prigionieri in rivolta con presidi di solidarietà.

Una solidarietà che fa molta paura e che inchieste di questo tipo cercano di soffocare. Lo Stato rinchiude e punisce chi lo critica radicalmente usando la paura e il terrore come arma. Dall’inchiesta dei ROS emerge una strategia preventiva […] volta ad evitare che in eventuali ulteriori momenti di tensione sociale, scaturibili dalla particolare descritta situazione emergenziale possano insediarsi altri momenti di più generale “campagna di lotta antistato” […]. Anche in questo caso la repressione monta il suo castello accusatorio dando del terrorista a chi è attivo da anni in lotte contro un sistema che non fa altro che produrre miseria, guerra, povertà e distruzione di interi ecosistemi, un sistema mortifero che ogni giorno che passa ci conduce verso la catastrofe.

Non ci interessa sapere se i nostri compagni sono realmente responsabili delle accuse che gli vengono mosse, stanno dalla nostra parte, dalla parte della libertà e questo ci basta per esprimere loro tutta la nostra solidarietà e complicità.

LIBERTA’ PER ELENA, NICOLE, EMMA, OTTAVIA, DUCCIO, GUIDO, ZIPEPPE, LEO, MARTINO, TOMMI, ANGELO E STEFANIA

anarchici e anarchiche

Fonte: RoundRobin