Libro su Louise Michel in uscita il 18 marzo

Riceviamo e pubblichiamo:

E’ nata ieri la casa editrice AL3viE, marchio Kaba edizioni. Il momento storico è particolarmente difficile e ancora più sentito è il bisogno di guardare oltre con fiducia e con il desiderio di un forte impegno sociale.

Al3viE porge il suo primo lavoro, il libro Louise Michel è che il potere è maledetto e per questo io sono anarchica, con un progetto internazionale, il testo è stato tradotto in francese e in inglese, e con una testimonianza etica importante che irradia più fronti, dal sociale, all’artistico, all’antropologico.

In questa opera, una prima riedizione che continua l’importante lavoro fatto nel 2017 da Il Ponte editore, la poeta umbra Anna Maria Farabbi, curatrice della stessa, presenta un ritratto completo di Louise Michel, della sua personalità, di tutta la sua estensione artistica, del suo pensiero, della sua scrittura: la narrativa, le poesie e i carteggi con Victor Hugo e la madre. Un capitolo è stato dedicato all’esperienza vissuta da Louise Michel nella Comune francese di cui si celebreranno il 18 marzo 2021 i 150 anni.

Il libro uscirà il 18 marzo.

Louise Michel: E’ che il potere è maledetto e per questo io sono anarchica PDF

Sarà possibile organizzare conferenze on-line sulle principali piattaforme Zoom, teams, meet. Si chiede un piccolo acquisto di copie in formato cartaceo o ebook. (5 libri ogni 20 partecipanti).

Video presentazione: https://youtu.be/x4H19hfykXo

www.al3vie.com
[email protected]
www.kabaedizioni.com
www.leggimileggi.com 

E’ che il potere è maledetto e per questo io sono anarchica

… Louise Michel mi respira a fianco per la sua generosa irruenza in grado di sbaragliare non solo le radici del potere, ma anche le dinamiche culturali dei suoi compagni di viaggio, spesso affetti dalle stesse carie di cui accusavano il potere. Il potere contamina nelle sue modalità relazionali, semplificative, autoritarie, definitive, patriarcali. Questa maestra in/segna, in ogni sua drammatica tensione, energia propositiva, umanitaria e capacità decisionale. La necessità del fare dentro l’umanità, in apertura seminale. Narrandola. Non ha paura della morte dell’io. Ha paura della morte del noi. Il suo accogliere gli ultimi non conosce limite: è mosso dal pensiero, dal desiderio, dalla necessità del buon senso, dalla gioia della condivisione, e fluisce in una scrittura  che nei suoi vortici ha corrente colloquiale. Manca di lima la sua mano velocissima che strappa la scrittura dall’aria e la pianta nel foglio da un transito all’altro della sua vita. Louise Michel denuncia i cannibalismi della società, intuisce nuovi approcci sociali e formativi per vitalizzare, includere, integrare. Accusa la pigrizia del rinunciatario, quanto l’arroganza di Creonte. Significa l’anarchia spalancando porte personalmente, usando il proprio corpo di fronte alla canna carica di un fucile o davanti al plotone di un processo: risponde da povera, disarmata, con parola onesta, consapevole, diretta. Il noi di Louise Michel non consente ombre. Ci sono tutti: ciechi, sordi, bambini poverissimi, creature idiote, così le definisce per indicare la loro tenerissima fragilità disagiata, la loro sofferenza psichica, come tatuaggio mentale del proprio esilio interiore e sociale. Ancora: prostitute, carcerati reietti, perfino il popolo colonizzato della Nuova Caleidonia, antropofago, barbaro, non servo. La sua vena della compassione rimane laica. Il punto è questo. Questa è la sua contemporaneità fertile. Questo è il suo dettato politico, sociale, culturale, esistenziale. Crede nel noi.