Giornata di resistenza senza frontiere contro l’inasprimento del capitalismo e della società autoritaria

riceviamo e pubblichiamo

Ovunque nel mondo, con la scusa del debito degli Stati, il potere non smette di accrescere le diseguaglianze tra i più ricchi e i più poveri e di distruggere il pianeta.

Ovunque nel mondo, l’arretramento dei nostri diritti e il saccheggio della vita si accompagnano all’amplificazione della sorveglianza e della repressione contro tutti coloro che vi si oppongono.

Ovunque nel mondo, il potere tenta di dividere per controllare meglio e ridirigere la rabbia contro i migranti che fa passare per i principali responsabili delle disgrazie degli oppressi.

Ovunque nel mondo, il fascismo continua a salire, stadio finale del capitalismo, parossismo della societa autoritaria, pronto a eliminare i suoi oppositori e tutt* quell* che non gli stanno bene.

Ovunque nel mondo, il potere si pretende legittimo col pretesto da un lato delle leggi che lui stesso redige per conservare e rafforzare la sua posizione, e dall’altro delle elezioni periodiche che non hanno niente di democratico, dato che sono il prodotto della fabbrica dell’opinione dei mass media che appartengono alla classe dominante.

Ovunque nel mondo, il potere usurpa la propria posizione e ruba le nostre vite.

A differenza delle classi oppresse del 19° secolo, ai tempi in cui cominciarono a organizzarsi a livello internazionale e ribellarsi, oggi siamo confrontati a due nuovi problemi che si sommano ai precedenti: la corsa contro il tempo tecnologico di fronte a un potere che non smette di rafforzarsi grazie a nuovi mezzi di sorveglianza e di repressione, cosa che ricorda le opere profetiche di Orwell e di Huxley, e la corsa contro il tempo ecologico davanti a un capitalismo che, oltre a sfruttarci, arriva ormai a uno stadio in cui la distruzione della Terra sarà presto irreversibile.

Non possiamo più attendere. Non possiamo più accontentarci di lottare ognun* nel nostro angolo, ognun* all’interno delle nostre frontiere, ognun* nel contesto delle nostre lotte specifiche su ogni tipo di temi, ognun* con i nostri modi diversi di pensare e agire.

È ormai urgente che le nostre resistenze convergano, un giorno al mese, a partire dal 10 dicembre 2018 e, in seguito, il 10 di ogni mese, nello stesso momento, ovunque nel mondo, in parallelo alle nostre lotte locali quotidiane.

Proponiamo un giorno al mese di azioni simultanee contro l’inasprimento del capitalismo e della società autoritaria. Un giorno al mese per ricordare ovunque che questa lotta è globale.

Un giorno al mese per evocare l’urgenza della nostra mobilitazione in ogni luogo e per farla finita col potere e lo sfruttamento. Un giorno al mese per arrivare a un conto alla rovescia, riprendere fiducia in noi stess*, diventare più numeros*, e preparare insieme la fine della società autoritaria e del capitalismo.

Il 10 di ogni mese è il primo giorno a due cifre, come un cambiamento d’era, di epoca, di maturità. Perché dobbiamo uscire dalla preistoria politica ed economica dell’umanità prima che sia troppo tardi.

Tra noi non ci sono capi, niente responsabili, niente direzione sindacale, niente uffici di partito, nessun uomo provvidenziale, nessuna avanguardia illuminata: noi proponiamo soltanto e semplicemente un giorno di convergenza globale al mese, ma non vogliamo né dirigere né coordinare niente. Solo dare un impulso iniziale, con questo testo e i gesti che ne conseguiranno.

Non proponiamo nemmeno una strada da seguire, un modo di fare, un quadro preciso ai nostri gesti quel giorno, a ognun* di lottare come vuole là dov’è e prendere di mira quello che gli sembra importante. Scendere in piazza lo stesso giorno, ovunque nel mondo, è già qualcosa d’importante, anche solo per parlare e preparare ciò che verrà in seguito, occupando piazze, terre, fabbriche, e altro, molto altro, per chi lo desidera.

Che ognun* si immagini il proprio metodo di resistenza per quel giorno e di farlo conoscere, eventualmente con foto o video, attraverso i nostro media liberi e autogestiti ovunque nel mondo, come per esempio i vari indymedia.

Che ognun* traduca in altre lingue questo messaggio e lo diffonda, sur Internet e sui muri della città, perché tutti i 10 del mese si sia sempre più numeros* e più determinat*.
Nessun altro ci libererà, se non noi stessi: tocca a noi riprendere in mano le nostre vite.
Non si conquista il potere, lo si distrugge.

Anarchic*, libertar*, anarco-sindacalist*, autonom* e anti-autoritar* di diverse regioni del mondo (Grecia, Francia, Argentina, Spagna, Algeria, Italia, Messico, Belgio, Canada, Germania…)

Fonte: Indymedia Atene