ANALOGIA E ANOMALIA
Se un un’analogia è un rapporto di somiglianza tra alcuni elementi costitutivi di due fatti od oggetti, tale da far dedurre mentalmente un certo grado di somiglianza tra i fatti o gli oggetti stessi, l’anomalia è un’irregolarità, difformità dalla regola generale, o da una struttura, da un tipo che si considera come normale.
Ora, se pensiamo al mondo in cui annaspiamo, ovunque possiamo trovare moltissime analogie. La conformità degli ambienti, la patetica omologazione alle mode degli individui, l’urbanistica monotematica, il linguaggio diffuso che non sa esprimersi se non attraverso la suggestione degli slogan e senza nemmeno entrare negli incantevoli meandri della riflessione, le teste chine ognuna sul proprio smartphone e la sempre più noiosa ricerca dei bisogni a discapito dei desideri inespressi.
Le anomalie, invece, scarseggiano. Questa civiltà funziona ancora ma non ha mai vissuto. Gonfia portafogli, ma non fa battere il cuore. Ordina pubblici spettacoli mondiali a discapito delle fantasie singolari. La pubblicità, la ricerca del denaro e del potere finiscono con l’azzerare la possibilità della poesia. Che senso ha continuare a sopravvivere in questa civiltà?
Provocare anomalie, interrompere il funzionamento delle banche, delle caserme, dei supermercati, delle industrie, delle scuole può aiutare a reinventare il proprio battito del cuore, attizzare l’immaginario, perdersi nelle proprie fantasie, darsi alla bellezza del rovesciamento.
Allora si preferisce la somiglianza, il già dato o la creativa irregolarità che mette in discussione noi stesse e il mondo che, direttamente o indirettamente, continuiamo a produrre?
Fonte: abirato.net
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