E’ uscito DARDI n°2 – Foglio anarchico aperiodico

EDITORIALE

Quando comunicare sembra un’impresa impossibile e lo iato tra la parola e il suo significato rende il linguaggio niente più che un esercizio di persuasione patetica, quando la propaganda del potere si trova sulla bocca della qualunque, anche di coloro che fino a ieri si spacciavano per sovversivi, scrivere un foglio come questo pare un scelta insensata. Più semplice e “produttivo” sarebbe infarcire una pagina web, o una chat con una cascata di slogan, aprire una pagina facebook o un canale telegram. Ma il risultato sarebbe assai diverso.

Duemila caratteri ben scritti in mezzo ad un marasma di spazzatura cominciano nonostante tutto a puzzare. Probabilmente otterranno il fugace consenso di chi legge il titolo, scorre le parole frettolosamente e, magicamente, si trova d’accordo. La lettura dovrebbe lasciar spazio alla riflessione, all’emersione di un pensiero critico; non rimpinzare di informazioni sensazionalistiche e per questo vuote, come quelle riprodotte in serie sul web. Il rischio è che ciò che si sta leggendo verrà rimpiazzato da ciò che si leggerà fra cinque minuti e così via. E nella propria coscienza non rimarrà che un deserto sterile, come i terreni depauperati dopo decenni di agricoltura intensiva. Dopodiché, non si fraintenda, su internet si può trovare un’infinita quantità di materiale interessante, ma solo chi già sa cosa cercare è in grado di trovarlo, non c’è spazio per l’imprevisto quando è un algoritmo a decidere per te i contenuti da visualizzare.

Un foglio di carta da questo punto di vista potrebbe essere più intrigante. In un luogo di frequentazione, sulla pensilina del bus, in una lavanderia, al mercato, ad una manifestazione, potrebbe arrivare nelle mani di chiunque. Potrebbe addirittura capitare di scambiare due parole con chi te lo porge tra le mani, quasi impensabile di questi tempi. Le parole che un foglio come questo può contenere sono limitate, possono giusto punzecchiare il lettore con l’intento di risvegliare un desiderio di rivolta troppo spesso intorpidito. Ma oltre a ciò, questi fogli stampati restano pur sempre un buon mezzo per esprimersi, un pretesto per confrontarsi o scontrarsi. Un mezzo per lasciar tracce delle proprie idee, o rendere maggiormente visibili quelle del nemico. Un semplice mezzo che potrebbe essere diffuso solamente entro il recinto del proprio giardino di casa, o che potrebbe prendere il via tra i vicoli cittadini e i sentieri poco battuti tra i monti (magari dove ancora non arriva la fibra ottica).

La natura di questa pubblicazione resta in fondo una scommessa, di un individuo facilmente suggestionabile dai propri sogni vertiginosi, a cui difficilmente la realtà potrà mai essere all’altezza.

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