Documento contro il modello di autoritarismo calato negli ambienti alternativi

Riceviamo e diffondiamo.

DOCUMENTO CONTRO IL MODELLO DI AUTORITARISMO CALATO NEGLI AMBIENTI ALTERNATIVI.

POTERE E CONTROPOTERE
NOI CONTRO OGNI FORMA DI DOMINIO

Sempre più, all’interno degli ambiti di ciò che rimane dei cosiddetti movimenti alternativi, antagonisti e non, si riversano modalità decisionali dedite alla norma e, quindi, a chi dovrebbe poi avere il compito di fissarla e farla rispettare.

Qualcuno ha scelto per tutti qual è il nodo principale della lotta. Quasi sempre (il quasi è di cortesia) a dar voce a modelli di pensiero egemonizzante ed a norme a cui allinearsi, sono le politiche definite identitarie. “Ognuno fa le scelte che vuole e se ne assume le conseguenze”. Una delle tante frasi che ormai circolano nei movimenti, durante le assemblee. A metà tra il ricordo genitoriale di chi viene trattato da ragazzino ed il metodo imperativo per cui, se non la vedi come ti viene imposto oppure pur vedendolo nella stessa maniera non reagisci nella pratica allineandoti, tutti e tutto remerà contro di te. Sono derive pericolose oltre che inaccettabili per chi pensa a un mondo di libertà e pertanto privo di ogni forma di autoritarismo.

Cari gestori del contropotere: noi non attraversiamo i posti. Noi creiamo i posti. Viviamo nella lotta. Cari gestori, un potere ben più articolato e armato ci ha già trovato in totale contrapposizione. Non crediamo esista l’argomento per eccellenza. Esiste, invece, la critica radicale al tutto. Non piangiamo quando si parla di violenza di genere, così come non piangiamo parlando delle tragedie che vivono i migranti. O gli animali vivisezionati di laboratorio. Sappiamo tuttavia riconoscere e comprendere la sofferenza, anche quando questa non scorre direttamente sotto la nostra pelle. Empatia, dunque, non autocommiserazione.

Soprattutto non siamo contro la violenza, ma contro l’esercizio del potere che vuole sottomettere e dominare anche tramite la violenza.

Tocca ricordare i canoni? Se per chiudere un laboratorio di vivisezione, persone armate della propria volontà e di un pezzo di legno ed una fionda, attaccano la polizia… è violenza? È questa violenza qualcosa che non ci appartiene?

La risposta di chi scrive è evidente. La violenza porta alla sopraffazione. Il resto è ginnastica per la libertà. Proprio per questo riteniamo di rimandare al mittente queste forzature, che vogliono tutti allineati nel ragionare e nel trovare soluzioni alle mille incongruenze e brutture con cui, come esseri viventi nel mondo, veniamo in contatto o creiamo con le nostre stesse pratiche.

Non lasciamo a nessuno il potere di decidere quali argomenti siano dirimenti e quali conseguenti. Soprattutto non abbiamo nulla a che spartire con chi crede che combattere chi ci comanda voglia dire comandare a sua volta. Tra Potere e Contropotere scegliamo la libertà assoluta, che, come tale, è imperfetta, perennemente in discussione, senza vincoli, se non alcuni paletti etici intorno ai quali costruire comunità. Consapevoli di aver scelto un cammino più che una meta.

La distanza è ampia e con un solo scritto non si può spiegare modi di sentire ed opporsi così distanti. A chi dedica la propria esistenza a questa caccia alle streghe, al ricostruire catene di rapporto per decidere chi escludere e chi includere, diciamo solo: “buona caccia alle streghe”.

Non abbiamo bisogno di essere attraversati da chi ci vuole normare. Da chi ci ricatta con la minaccia di lasciarci da parte, soli, isolati. E da chi evidentemente ha scelto, sovrapponendosi al sistema, chi sono i sommersi e chi sono i salvati.

Voi come spesso dite, volete le vostre sorelle felici e protette. Noi vogliamo un mondo di animali umani e non, che viva in equilibrio e serenamente.

E per arrivarci non ci appoggeremo mai sul confortante richiamo alla sicurezza che, allo stesso modo della società voluta dal sistema, è diventato il mantra. Non c è nulla di sicuro nelle scelte politiche e filosofiche che facciamo quotidianamente. Semplicemente cercheremo di volta in volta, a seconda di cosa accade, di dare risposta a bisogni e volontà.

Cari gestori di ogni contropotere. Cari adepti di pensieri egemonizzanti. Cari attuatori di censura. Cari ecumenici che appiccicate addosso a tutte ed ognuna il peccato originale, giudicandoci. Razzismo, sessismo, patriarcalismo ed altre siffatte porcate non scorrono nel nostro sangue ‘de facto’, solo perché l’analisi decostruttivista insegnata nelle università, ci assume in quella posizione.

Carissimix gestorix del nuovo ordinamento post moderno della lotta, Non attraversateci. Non siamo persone né posti sicuri, ma non per ciò che pensate. Non siamo persone né posti sicuri per le vostre idee. Identiche a quelle del potere di predominio contro il quale ci scagliamo. Potere istituito rispetto al quale siete solo meno attrezzati. Per ora. Perché il cammino verso il tribunale del popolo, lo avete già spianato.

Noi però abbiamo la testa dura. Come si diceva “senza servi, niente padroni”.

Non faremo gli imputati. Anzi. J’accuse: contro la deriva autoritaria come metodo decisionale, contro l’omologazione, contro la censura ed il politically correct perbenista.

VOGLIAMO queste pratiche fuori dai movimenti di critica radicale all’esistente.

Torino, 13  Aprile 2022.

PRINZ  EUGEN

LA NAVE DEI FOLLi (bollettino di critica radicale alla società cibernetica)

ISTRIXSTRIX

SIMONE CAPULA – regista di VERMI INERMI
CINZIA LAGANÀ – attrice di VERMI INERMI

(Chi lo volesse firmare ci contatti).