Discorso di Alexei Polikhovich, anarchico russo

A Mosca, il 10 agosto, agenti di polizia in borghese hanno arrestato l’anarchico Alexei Polikhovich mentre tornava a casa dalla più grande manifestazione dell’opposizione russa dal 2011. Un tribunale locale di Mosca ha formalmente accusato Alexei di “atti vandalici di lieve entità” e lo ha condannato a 13 giorni di carcere. L’arresto è nato in seguito ad un discorso combattivo e appassionato che Alexei ha pronunciato davanti a migliaia di persone a Mosca, proprio quel giorno. Riteniamo particolarmente importante sostenere gli anarchici russi in considerazione dei recenti e numerosi casi di tortura in Russia, e degli altri rischi che i dissidenti si trovano ad affrontare. Allo stesso modo, consideriamo la solidarietà internazionale tra movimenti antiautoritari e anticapitalisti come l’unica speranza per l’umanità, a differenza di tutti i liberali, nazionalisti e presunti di sinistra che si schierano con una fazione della classe dirigente globale.

Il massiccio raduno del 10 agosto è stato il culmine di settimane di manifestazioni sia autorizzate che non autorizzate a Mosca e in altre parti della Russia. L’ondata di manifestazioni è iniziata il 20 luglio, quando 20.000 persone si sono riunite a Mosca per chiedere elezioni locali “giuste” e “pulite”. A numerosi candidati liberali dell’opposizione è stato infatti impedito di candidarsi alle elezioni di Mosca che si terranno l’8 settembre. La manifestazione del 20 luglio è stata indetta per opporsi a quella che l’opposizione vede come una collusione tra il partito al potere, l’United Russia Party, il sindaco di Mosca Sergei Sobyanin, il presidente Vladimir Putin e i loro alleati, per impedire ai candidati liberali dell’opposizione di candidarsi.

Mentre la manifestazione del 20 luglio è stata grande ma piuttosto tranquilla, una settimana dopo, il 27 luglio, una protesta non autorizzata davanti al Municipio di Mosca ha preso una piega diversa. 1000-1200 persone sono state arrestate in una folla di 3500 persone, tra cui 700 giornalisti. I pesantissimi atti di brutalità a cui sono stati sottoposti i manifestanti da parte delle forze speciali di polizia di Mosca, l’OMON, non sono stati una novità. E nemmeno tutta la serie di assurde accuse, pesanti multe e incarcerazioni che lo Stato russo ha distribuito.

Tutto questo ha contribuito a diffondere un clima di ansia, ma ha anche rafforzato la determinazione di coloro che il 3 agosto si sono riuniti per un’altra protesta di opposizione non autorizzata, in cui sono state arrestate altre 1000 persone. I filmati hanno avuto ampia diffusione sui social media, mostrando la forza bruta dell’OMON di Mosca.

Indipendentemente dalla politica liberale dell’opposizione russa, tutte queste circostanze hanno reso più che giustificato l’impeto con cui Alexei ha tenuto il suo discorso. Qui di seguito, vi presentiamo il testo che ha pubblicato su internet poco prima della manifestazione:

Discorso di Alexei Polikhovich

Ciao a tutti,

Mi chiamo Alexei Polikhovich, e ho passato tre anni, tre mesi e tre giorni in prigione a causa della rivolta di Bolotnaya Square [1]. Sono stato imprigionato per aver afferrato le mani di un poliziotto antisommossa che picchiava dei manifestanti. E ora sono di fronte a voi perché sono furioso.

Sono furioso perché la storia si sta ripetendo. Sono furioso perché uomini con elmetti, maschere e armature stanno massacrando persone indifese per le strade di Mosca. Li stanno picchiando ancora e ancora una volta rimarranno impuniti. Sono furioso che Mosca sia occupata da queste truppe d’assalto che ci considerano tutti nemici della Russia.

Li ho visti. Ho visto un uomo con un elmetto ed un bastone che picchiava furiosamente qualcuno che giaceva a terra e urlava. Ho visto orde di queste persone con l’elmetto che attaccavano pacificamente le persone che stavano lì in piedi. L’unica cosa pericolosa il 27 luglio erano le forze dell’ordine. Solo loro.

Hanno imparato a picchiarci e poi a fare le vittime nei tribunali, a dire come sono stati feriti da una tazza di plastica gettata contro di loro o dal tocco delle nostre mani calde e tenere, proprio come si sono sentiti feriti dal canto “I poliziotti sono la vergogna della Russia”. Piangono nei loro anonimi e vigliacchi canali di Telegram, dicendo che sono loro i veri uomini russi e noi siamo solo dei provocatori pagati da qualcuno. Ehi uomini, com’è fare la vittima in tribunale contro studenti, laureati, blogger, reporter televisivi, volontari? Cosa diranno i vostri figli di queste storie quando cresceranno? I vostri figli vi odieranno. I figli dei poliziotti odiano i poliziotti!

Sono furioso perchè una volta ogni sette anni la nave del Comitato Investigativo salpa verso Mosca e porta i giovani nel labirinto cretese come vittime sacrificali del Minotauro. Per far sì che Mosca riacquisti quella parvenza di una tranquilla città da festival del barbecue. Affinché i fuggitivi e traditori di Berkut [2] possano praticare tranquillamente la scherma con i manganelli sui nostri corpi. Affinché il colonnello Kusyuk [3] possa ancora sfoggiare i suoi baffi sulla nostra terra e comandare la repressione delle manifestazioni pacifiche.

Vengono ogni sette anni a sacrificarci. E oggi sono furioso e voglio che anche voi lo siate. Voglio che tu, tutti noi, diventiate come Arianna per i tredici ragazzi che sono stati imprigionati a seguito delle manifestazioni avvenute nei giorni scorsi. Credo che possiamo farcela da soli. Dopo il caso di Ivan Golunov [4], credo che abbiamo la forza lanciare un filo che li guiderà fuori da quel labirinto fatto di prigioni, tribunali e brutalità poliziesca.

Quante persone ci sono ora? Molte migliaia di persone. Voglio vedervi tutti sotto le finestre del Basmanny Court [il tribunale che ha ordinato gli arresti]. Non sono un sostenitore di Navalny [5], non credo nelle elezioni, sono solo un anarchico russo. Un semplice uomo russo. Voglio che gridiamo a tutti i Kusyuks, alla commissione elettorale di Mosca, alla polizia antisommossa, ai poliziotti, ai giudici e ai burocrati. Siete degli stronzi! Siete dei pazzi coglioni!

Sostenete le persone in prigione. Tornate a casa e scrivete loro una lettera. Donate loro denaro per il cibo e le spese legali. Troverete una persona con una scatola per le donazioni tra la folla ora – è il mio complice del caso Bolotnaya, Volodya Akimenkov – dategli dei fondi per i prigionieri politici. Parlatene fra di voi e andate in tribunale; le proteste sotto le finestre del tribunale non dovrebbero mai cessare.

Ricordate i loro nomi. Ricordate i loro nomi, non come i nomi di vittime o di eroi, ma come i nomi dei vostri amici che presto torneranno a casa. Gridateli!:

Alexey Minyailo
Vladislav Barabanov
Kirill Zhukov
Egor Zhukov
Ivan Podkopaev
Samariddin Radzhapov
Evgeny Kovalenko
Sergey Abanichev
Daniel Conon
Sergey Fomin
Aydar Gubaidulin
Danila Begletz
Dmitry Vasiliev
Pavel Ustinov

[1] Il caso Bolotnaya Square è nato dal movimento di opposizione russa del 2011-2012, al quale hanno partecipato centinaia di migliaia di persone. Il 6 maggio 2012, la “Marcia dei milioni” si è conclusa con scontri in Piazza Bolotnaya a Mosca. Un certo numero di persone sono state arrestate, tra cui Alexei Polikhovich e l’antifascista Alexei Gaskarov. Questo ha reso il caso Bolotnaya Square sinonimo della lotta per la liberazione dei prigionieri politici russi.

[2] I Berkut erano la famigerata polizia antisommossa di Kiev, Ucraina, fedele al regime di Viktor Yanukovich, che ha sostenuto il regime russo, responsabile della polizia e dell’uso della forza letale contro i manifestanti durante la rivolta di Euromaidan nel 2013-2014.

[3] Comandante Sergei Kusyuk – Un ex ufficiale Berkut che ha supervisionato le operazioni contro Euromaidan. Sergei Kusyuk sta ora lavorando con la OMON a Mosca ed è stato visto in una delle recenti proteste.

[4] Ivan Golyunov – La polizia russa è stata investita da numerose proteste quando ha arrestato il giornalista Ivan Golyunov con un falso pretesto, piantandogli della droga addosso. La sua inchiesta sulla corruzione nelle imprese funebri di Mosca ha portato alla luce la collusione polizia-mafia e questo ha condotto al suo falso arresto. A seguito dell’enorme clamore suscitato dalla vicenda, alla fine è stato rilasciato, ed è diventato una figura simbolica dell’opposizione.

[5] Alexei Navalny – Alexei Navalny è il più famoso attivista russo dell’opposizione e del movimento anticorruzione. Come liberale, flirta con il nazionalismo di destra, e ha condotto numerose indagini su politici e oligarchi russi, rivelando i loro guadagni senza scrupoli. È in grado di mobilitare una vasta base; di conseguenza, viene regolarmente arrestato per le sue attività di opposizione.

Fonte: CrimeThInc.

Traduzione (dall’inglese): Inferno Urbano