Cronache dallo Stato di Emergenza n° 3 – Foglio murale dal Trentino

Nulla sarà più come prima
Questo ci stanno dicendo. Siccome non si può mettere in discussione la società industriale – la cui costante fuga in avanti produrrà epidemie sempre più letali con frequenza sempre maggiore –, dobbiamo spingere ancora di più sull’acceleratore delle soluzioni tecnologiche. Siccome non si possono fermare la deforestazione, l’estrazione forsennata di materie prime, l’avvelenamento di aria e acqua, l’agricoltura e l’allevamento intensivi, la produzione di cibo artificiale e la devitalizzazione degli esseri umani, dobbiamo abituarci a convivere con le pandemie. Il 75% delle nuove malattie infettive sono trasmesse agli umani da animali selvatici a cui è stato distrutto ogni habitat naturale; a fare da “autostrade del contagio”, poi, ci pensano le polveri sottili prodotte dall’inquinamento (come ha scritto di recente un membro della Società italiana di medicina dell’ambiente). Quindi? Rendiamo a ciò che resta della fauna selvatica i suoi spazi e fermiamo questa corsa demente? No. Avanti tutta, sotto comando digitale!

Nulla dovrà essere più come prima
Questo lo diciamo noi. Apriamo il prima possibile spazi di discussione e di organizzazione dal basso. Nelle città, nei quartieri, nei paesi. E affrontiamo insieme tutto ciò che riguarda le nostre vite, dai bisogni materiali immediati alla medicina, dalla ristrutturazione economica che arriverà feroce alla direzione che vogliamo dare alla società. Che non vengano a dirci che dobbiamo pagare noi, ancora una volta. Che non ci vengano a parlare di Grandi opere per rilanciare la loro economia, di automazione della produzione, di 5G e di altre porcherie. Il virus non è la causa, ma la conseguenza della malattia industriale. E da quella dobbiamo partire, finalmente.

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