Comunicato di Peppe dal carcere

Questo comunicato è stato scritto da Peppe pochi giorni prima del suo trasferimento ad Alessandria. Non ha la censura della corrispondenza ma a quanto pare la posta, soprattutto in uscita, subisce filtri e ritardi considerevoli…

2 parole di Peppe dal carcere di Montorio

Ciao a tutti, vi comunico che nonostante tutto sto bene!!!

Non mi trovo più in isolamento, ma sono rinchiuso dal 26/12/19 in una sezione fantasma, sepolto vivo… nelle cellette sono da solo, la sezione è composta da 8 celle tutte vuote, rotte e senz’acqua calda ne riscaldamento!!! senza doccia, a volte la luce rimane accesa pure di notte, senza tv, le angherie di qualche zelante secondino, del tipo sbatterti il cancello mentre dormi, o non farmi avere il pane da un detenuto che lo stavano trasferendo e altre piccole meschinità che messe assieme formano una vera e propria tortura fisica e psicologica.

Ma sono ancora qui, rinchiuso a urlare chiedendo i miei diritti!!!

Dal primo giorno d’isolamento, appena arrivato a Montorio, nella sezione punitiva 2 Corpo 2 e con una telecamera puntata addosso sopra la mia cella non me sono stato con le mani in tasca, chiedendo ciò che mi spettava. Ignorando le mie richieste non mi hanno certo reso docile e quieto… So bene ciò che infliggono a noi compagni e l’ho appurato nelle mie detenzioni precedenti (per non parlare della persecuzione poliziesca prima di preparare una montatura !!!).

Ma un individuo non si deve fare né abbattere né demoralizzare, e soprattutto non deve lasciarsi sottomettere nel modo di vivere la propria tensione anarchica. Sono convinto che l’unico modo per affrontare la propria prigionia è di continuare il lungo percorso impervio della rivolta contro qualsiasi potere e forma d’autorità!!! inoltrandosi continuamente tra le fiamme del presente con ogni mezzo a propria disposizione.

E allora dal 28/11/19 si sono innalzate urla di rabbia e libertà, che nel giro di 3 giorni hanno influenzato anche la sezione 2 corpo 1 e quindi col pecorone di turno, l’Imam, ci si mette e ci si trova d’accordo che dopo il vitto e la sua preghiera del cazzo, si innalzano le urla, la sezione rimaneva in silenzio per poi esplodere in una grossa battitura!!!

Tutto ciò è accaduto perchè da quando sono arrivato sono rimasto quasi 4 settimane senza soldi (il vile denaro, ma quando serve serve…) e non è stato per colpa di chi mi sostiene da fuori. Tutt’oggi senza telefonate né ai miei cari né al mio avvocato… ma il 4 gennaio mi hanno accettato i colloqui e il 7 ho potuto ricevere il mio primo pacco con vestiti e generi di prima necessità. Al colloquio Emi ha potuto constatare in che stato ero messo!!!

E quindi ho deciso di portare più fastidio, più disturbo. Tentano di neutralizzare l’individualità di una persona, e, credetemi cari compagni, con me gli verrà tutta in salita !!! Il carcere non è un inserimento nella società, (la stessa che tra l’altro vogliamo distruggere) ma è soltanto una forma di repressione brutale al servizio di uno Stato assassino e terroristico!!! Tante miserie serpeggiano nelle galere, tra cui atteggiamenti sgradevoli e provocatori delle guardie (non solo nei confronti di noi compagni, ma anche a chi non sottostà al loro volere), cercano di portarci all’esaurimento e a farci perdere la pazienza. Con l’isolamento tentano di fiaccarci o di farci di perdere la lucidità, per poi farci ricevere il dolcino, quel dolce amaro che mai ti scende giù!!!

Come dicevo, da Montorio ho provato in tutti i modi a farmi trasferire: con urla, slogan, sbattiture, ma da quell’oscurità in cui mi volevano imbottigliare ho deciso di farmi sentire un po di più (senza scendere ad atti di autolesionismo, perchè non li ho mai condivisi).

Infatti alle 17.00 del 26/12/19 metto un tavolino per bloccare il blindo e lancio fuori dalla cella 1 armadietto, secchi, scope, stracci, frutta e quant’altro mi capitava tra le mani. In poche parole ho creato un po’ di spazio e dato un po’ di luce alla stanza. Ho consegnato il divieto di incontro con tutti e comunicato che non ci sarà mai da parte mia un saluto cordiale con chi indossa una divisa e soprattutto con chi ci rinchiude sottochiave con le proprie mani! Non si può fraternizzare col proprio nemico, ma bisogna avere fierezza e coerenza di andare sempre in senso opposto, ostinato, sapendo bene le conseguenze cui si va incontro (a dire la verità avevo messo in conto rapporti, giorni di isolamento e denunce ma non di essere buttato in un’ala inagibile senza acqua calda, doccia, riscaldamento…)

Prima ero detenuto nella sezione 2 corpo 2 che già è per isolati e adatta per i circuiti AS2 e AS3 e proprio in quella sezione vengono tradotti quei detenuti che litigano con le guardie o che commettono atti non idonei all’ordine costituito dal regolamento della struttura!!!

Infatti, proprio perchè quella era già di per sé una sezione punitiva, in queste cellette ci dovevo rimanere il tempo del rapporto disciplinare (rapporti che come di consuetudine nei confronti dei compagni non si contano più).

E dovevo risalire in sezione, e invece no!!! Lo Sciacca è anarchico e per questo è giusto che stia dove non batte il sole! e così dal 26 dicembre a tutt’oggi sono nell’angolo più buio del carcere di Montorio dove non funziona niente.

Mi chiama la direttrice, alla quale manco mi ci presento, per notificarmi altre denunce e altri rapporti e quindi in automatico non mi fanno salire nella sezione punitiva e mi lasciano a marcire qua dentro. Immaginatevi, avendo soltanto una penna a disposizione mi sono sbizzarrito a passare qualche ora a disegnare e scrivere in quei muri già fatiscenti di loro (con mille firme su quei muri grigi, squallidi e tenebrosi come la vita dei nostri -oggi miei- aguzzini) qualche testo di canzone, qualche A cerchiata e qualche slogan, trito e ritrito da anni nelle piazze. E proprio queste scritte si sono sentiti nel dovere di trascriverle e mandarle alla procura di Torino, tanto sono deficienti che hanno bisogno di 4 scritte per capire che sono anarchico? E lotto da anni a fianco di tanti e contro questo status quo!!! O forse la loro inchiesta è sempre più traballante e infondata? E quindi cercano di spremermi e mettermi in cattività? Per riuscire a strappare sempre quel dito medio pronto all’uso!

Ancora ho in mente quella cella buia grigia, sporca con dentro lei, che con fare accondiscendente e fraterno mi diceva che “nemmeno loro credevano a ciò che avevano scritto su di me, e visto che la situazione era grave e rischiavo tanti anni di galera, quando volevo potevo far chiamare lei” (ispettrice). Dandomi in mano stralci di conversazioni di compagni, amici e fratelli che, nonostante tante divergenze, rispetto e continuo a rispettare. Ribadisco che se avessero deportato un fratello per me e un amico e compagno mio e di tanti, avrei fatto di tutto per bloccare quel rimpatrio, anche rischiare la mia libertà!!! Perchè un conto è se rimpatriano un tot di migranti al mese e hanno tutta la mia solidarietà e vicinanza.*Un altro conto è se rimpatriano uno con cui ci ho condiviso il pane, e ciò non significa essere emotivi. Ma era per fargli capire a quei porci che origliavano che ci saremmo stati tutti e che questa porcata della deportazione non sarebbe passata sottobanco. Portano una sola telefonata, ma quel giorno ne avrò fatte 1.000 e non solo in Italia! Sempre dello stesso tenore !!! Comunque si percepisce sia da queste righe che sto scrivendo che dalla detenzione che sto subendo, quale sia stata la mia risposta all’ispettrice, con l’aiuto che mi voleva dare!!!

(* Vicinanza e solidarietà non per quanto riguarda l’entrare negli ingranaggi del sistema, della stessa società contro cui lottiamo, vicinanza e solidarietà per le sevizie, umiliazioni, torture e prigionia che moltissime persone migranti sono costrette a subire, colpevoli di aver oltrepassato una linea immaginaria chiamata confine. Per sfuggire a fame, guerre, miseria e sfruttamento per arrivare nelle coste più vicine, dove a parer loro, si respira aria di libertà, di diritti e democrazia, quando invece per noi tira aria di guerra, e nel cervello ci gira solo una parola “vendetta” !!! ovviamente ognuno di noi la esprime come meglio può; c’è chi lancia qualche pallina, chi scrive sui blog e fa tanti bei comunicati; chi fa qualche scritta o sgretola qualche vetrina. C’è poi chi chi si accolla la tensione, “scontri” sotto un C.P.R. o carcere, c’è chi sfugge alle dinamiche cittadine di lotta imposte da anni e anni, per fargli capire che non c’è sistema autoritario statale o repressivo che li può proteggere, e c’è chi collabora con la macchine repressiva dello stato, può essere e dev’essere attaccato per essere fermato e che niente scorderemo e che tutto gli sarà tornato!!! )

Voglio dire chiaro e schietto che con lo stesso coraggio con cui portiamo le nostre lotte con idee e pratiche fuori da queste mura, dobbiamo avere la stessa coerenza e prendere coscienza di lasciare un messaggio forte a chi tenta di ingabbiarci, isolarci, azzittirci, dentro queste gabbie, e che dentro a queste mura hanno rinchiuso anarchici, ribelli, rivoluzionari..che non ci piegheremo mai al potere dominante !!! C’è chi usa la tecnica di autodifesa mentale, aspettando che gli attacchi dei secondini finiscano prima o poi; c’è chi reagisce ai soprusi delle guardie spaccando le finestre di plexigas, come a Alessandria, chi devasta l’area colloqui (a Ferrara), chi prova a riconquistare la libertà, cercando di scavalcare il muro di Brucoli, chi ha portato lo sciopero della fame ad oltranza come a L’Aquila, e c’è chi a Montorio ha organizzato sbattiture e ha spaccato la cella finendo contro le gabbie delle guardie. Sappiamo per certo che parti del mondo bruciano di libertà da Hong-Kong al Cile, da una parte all’altra del mondo divampa la rivolta ed è proprio per questo che lor signori, togati, in borghese e in divisa allungano le mani verso quei compagni più visibili che sempre mantengono vivo quel braciere di rivolta. Ma voi benpensanti di sinistra, pensatori libertari, populisti, correttori di puntini e mendicanti di visibilità, che ne sapete di ciò che prova un sincero compagno anarchico? Sono vestito come l’omino Michelin, non mi lavo da 12 giorni e mi sento addosso tutto quel sangue sparso nel Mediterraneo, mi rimbombano in testa quei tremolii di freddo e urla di disperazione che s’innalzano dalle montagne dei nostri confini, le immagini ci appaiono come flashback di corpi congelati senza scarpe e di centinaia di uomini donne e bambini galleggianti violacei e senza respiro, che cercano e prima o poi avranno vendetta.

Diversi paesi bombardati in nome della democrazia per il profitto di pochi, quei porci che prima o poi sanguineranno pure loro, vedere e sapere di interi territori, devastati, prosciugati e spopolati o sentirsi quel macigno della macchina tecnologica che avanza sempre più ed averne la consapevolezza di non essere più persone libere, ma numeri e ad ogni numero corrisponde una scheda ben dettagliata, con foto, impronte digitali, D.N.A. E una rete fitta che si allarga come una ragnatela di contatti e frequentazioni, di amici, conoscenti e familiari! Ecco cosa fanno lor signori, ecco cosa fa chi governa, chi siede al potere, vestiti puliti, ma senza un cuore, e con le mani sporche di sangue, uccidono, stuprano, bombardano, sterminano e cercano di distruggere i nostri sogni di libertà, sogni che allo stesso tempo sono già distruttivi!!!

E usando i loro servi strisciano quotidianamente come dei luridi vermi nelle nostre vite, vicini a tal punto di sentire il loro alito fetente dietro al collo! Ma per scendere a tale meschinità e fare tutto ciò, vuol dire che hanno paura e per avere così tanta paura, significa solo una cosa, che il loro sistema e la loro sicurezza vacillano sull’orlo del baratro e che il loro sistema a livello mondiale che ostinatamente portano avanti è colmo di dèfaillance, e pieno di crepature. Bisogna solo avere un po’ di coraggio, essere più vulnerabili e, quando meno se lo aspettano attaccarli dove fa più male. E non sto parlando di certo di un’idea soltanto politica di cui prendere posizione o da condividere attraverso i social network, ma di essere presenti nelle lotte e nel sostegno dei compagni che lottano e non guardare a chi l’ha messo su FB!!! Dobbiamo essere quel granello di sabbia che inceppa gli ingranaggi di questa società nefanda. E continueremo ad essere quei cuori pazzi che corrono su quei sogni colorati, su quei binari di pazzia, ancora qui a sudare e sputare sangue per quei sogni di fuoco, caldi come le nostre mani, forte come la nostra rabbia !!!

Ho risposto a tutti i compagni che mi hanno scritto,spero vi siano arrivate le mie lettere perché non ho avuto risposta, strano?!! Hahaha… Le vostre lettere, libri, giornali, opuscoli mi hanno tenuto molta compagnia è il vostro calore ha oltrepassato queste mura!

Un forte abbraccio a Madda sorellina mia, a Nat. E me frati Gimmi!
E un forte abbraccio a pugni stretti e nervi tesi a tutti i compagni rinchiusi nelle galere!
Daje raga sempre a testa alta!!!

PER L’ANARCHIA PER LA LIBERTA’!
FUOCO ALLO STATO !
FUOCO ALLE GALERE!

Giuseppe Sciacca

Fonte: RoundRobin