Cile – Il vento porta buoni segnali. Parole di Mónica

Mentre scrivo questa riflessione nel giorno che segna un anno da quando lo Stato cileno ha sequestrato Francisco ed io, sento le voci dei/lle compagni/e che manifestano fuori dal carcere. Dall’altra parte delle sbarre, delle recinzioni e dei muri ci sono mani e cuori inquieti che agiscono per quanti tra noi sono dentro le gabbie del capitale. In questa occasione, non solo le loro grida mi hanno raggiunta, ma ho anche ricevuto un volantino. Il vento ha portato un regalo bello e inaspettato! Bella propaganda anarchica!

Spesso, tra quelli di noi che compiono o hanno fatto azioni di propaganda antiautoritaria, non cogliamo le dimensioni delle conseguenze che queste possono avere su altre persone. In linea di principio l’obiettivo di qualunque propaganda è quello di consegnare un messaggio, che idealmente incita o ispira altri ad agire contro l’attuale sistema di terrore. Però, forse, chi riceve questo messaggio non agisce, ciò non fa effetto e rimane uno spettatore passivo. In questo caso, vale la pena chiedersi, forse la propaganda non era abbastanza efficace?, cosa spinge un individuo ad affrontare ciò che lo domina? Allo stesso modo, cosa spinge qualcuno a vivere passivamente in un mondo di miseria e oppressione?

Questo tipo di domande me le sono poste in molte occasioni, a volte ho pensato di aver trovato delle risposte, ma con il tempo ho realizzato che la libertà individuale, vale a dire le decisioni e le azioni degli altri, non può né dovrebbe essere misurata o prevista. Anzitutto, per parlare di libertà individuale deve sussistere una conoscenza della realtà e dei fattori che la creano o la limitano. Per decidere è necessario conoscere, e in quest’ultimo caso la propaganda è fondamentale.

Nel mio caso, ciò che mi ha spinta a prendere la strada del conflitto permanente è stata indubbiamente la propaganda di altri (tra i vari fattori). La mia conoscenza politica sarebbe stata molto diversa se non fossi stata destinataria di una propaganda senza fine. Non so se è stato un volantino, un graffito per strada, un comunicato rivendicativo, ecc., o forse è stato l’insieme dei messaggi, degli slogan, che mi hanno portata a mettere in discussione e a confrontarmi con l’egemonia del potere e la società che lo sostiene e di cui necessita.

Oggi un semplice foglio ha rotto tutte le impressionanti misure di questo carcere ed è volato da me. Questa propaganda in questo luogo acquista un ulteriore aspetto; mi ha mostrato che, per quanto imprigionati il potere ci tenga o pretenda tenere noi che ci battiamo per un mondo dove governino solo il mutuo appoggio e la solidarietà, non saremo mai soli.

Abbiamo bisogno di molta propaganda, abbiamo bisogno di molte azioni dirette, se vogliamo colpire il capitalismo e le relazioni che genera, così come l’egemonia imposta del potere.

Approfitto dell’occasione per inviare un forte abbraccio fraterno alla famiglia Vergara Toledo. Luisa Toledo è stata una propagandista che ha contribuito enormemente alla proliferazione di molte generazioni di giovani combattenti.

Morte allo Stato e viva l’anarchia!

Mónica Caballero, anarchica prigioniera
Carcere di San Miguel
Luglio 2021

Pubblicato in spagnolo da buscandolakalle.wordpress.com

Traduzione pubblicata in malacoda.noblogs.org