Bolivia, La Paz: Rivendicazione dell’attacco esplosivo contro l’ambasciata italiana

Riceviamo da mail anonima e pubblichiamo:

Abbasso il regime di tortura del 41 bis!

“… Aspettavo dai compagni/e più esperti un suggerimento, un avvio. Spesso in cambio del mio entusiasmo ricevevo una buona dose di “realismo” che smorzava o rischiava di smorzare ogni “velleità” rivoluzionaria, ogni spinta all’azione […]. Sono uscito da questa sorta di “vicolo cieco” solo quando mi sono deciso in maniera impacciata, spericolata, folle, provocatoria ad armare le mie mani. Poi tutto è diventato “facile”, fallimento dopo fallimento, passo dopo passo, le cose hanno iniziato a funzionare. Ho cercato i miei compagni/e e li ho trovati, ci siamo riconosciuti facendo del rifiuto della delega e dell’attendismo la nostra bussola. Sono passati molti (forse troppi) anni da quel tempo […]. E quello che mi sento di dire è semplicemente di seguire il proprio istinto e di non dare troppo retta alla prudenza di coloro che dall’alto della propria vita “vissuta” spingono alla moderazione. Perché quel detto popolare che dice “si nasce incendiari e si muore pompieri” non è poi così campato in aria”.

Alfredo Cospito

Piove incessantemente e intorno alla città di La Paz la catena montuosa è coperta di neve. Qui i ricchi vivono a diverse centinaia di metri, in una valle calda e verde, dove hanno sorveglianza e una guardia privata ad ogni angolo. Scendiamo dalle colline ghiacciate per interrompere la pace violenta dei padroni con il tuono forte e dannoso di una bomba artigianale. Qualcosa diventa chiaro e concreto: I gestori della tossicità, della miseria e della carità non sono intoccabili. Non c’è pace per noi, non ci sarà pace per loro!

Verso le 3 del mattino di lunedì 12 dicembre abbiamo piazzato e fatto esplodere un ordigno esplosivo all’ingresso dell’edificio Torre Pacifico in Av. Sánchez Bustamante #977, nel cuore del quartiere borghese di Calacoto, dove si trova l’ambasciata italiana.

Da questa parte del mondo, esprimiamo con l’attacco la nostra solidarietà al compagno Alfredo Cospito, attualmente in sciopero della fame da quasi due mesi nel carcere di Sassari, in Sardegna, deciso a continuarlo fino alle ultime conseguenze. Alfredo è un compagno imprigionato nel 2012 e da allora accusato di reati che vanno dal ferimento di Roberto Adinolfi (imprenditore nel settore dell’energia nucleare e direttore di Ansaldo Nucleare), associazione sovversiva con finalità di terrorismo e attentati esplosivi (operazione Scripta Manent), a “strage politica”, per il quale rischia l’ergastolo insieme ad Anna Beniamino (per due attentati in cui non ci sono stati e non avrebbero dovuto esserci né morti né feriti). È anche accusato, insieme ad altri compagni, di istigazione a delinquere (Operazione Sibilla), per il loro contributo alla dibattito anarchico.

Chiediamo l’annullamento del regime di tortura e di isolamento del 41bis.

Questo regime viene applicato dallo Stato italiano ai prigionieri rivoluzionari per impedire loro il contatto con il mondo esterno, sostenendo che il contatto incoraggi azioni rivoluzionarie. In regime di 41bis, si rimane completamente isolati, senza possibilità di ricevere corrispondenza né visite, in un seminterrato, con aria e luce artificiale. Imbavagliati dal cemento e disconnessi dai loro cari, i prigionieri vengono torturati 24 ore su 24 per ottenere la collaborazione con l’autorità e il loro pentimento.

Un’altra cosa è chiara: il loro diritto è una menzogna, un muro che esiste solo per proteggere i loro privilegi.

Il regime del 41bis ha uno scopo politico, in un contesto in cui l’azione è diventata una vera e propria minaccia alla normale continuità di tali privilegi.

Ma lo Stato continua e continuerà a non capire l’informalità anarchica. Non ci sono capi qui, le azioni continuano e non hanno bisogno di direttive. Al contrario, queste misure non fanno altro che esacerbare ancora di più la nostra rabbia e mirare al bersaglio. Vogliamo avvisarvi che non ci fermeremo finché il compagno non sarà uscito dal 41bis, questo è solo l’inizio.

Questo regime non è una strategia isolata, ma fa parte dell’escalation repressiva degli Stati europei contro gli ambienti anarchici.

L’Europa ipocrita, che finge di essere un faro di buona educazione e sviluppo democratico, sta creando dei precedenti repressivi che possono essere estesi in altre parti del mondo, come sta già accadendo con lunghe condanne detentive inflitte ai nostri compagni. Tutto questo non rimarrà senza una risposta.

Non un passo indietro!

Salutiamo Anna, Toby, Juan e Ivan che hanno accompagnato e stanno accompagnando questo sciopero della fame in solidarietà con Alfredo.

Libertà per tutti i prigionieri!

Abbasso le mura della prigione!

Porre fine al regime del 41bis!

Alfredo Cospito fuori dal 41bis!

Alcuni articoli tratti dalla stampa borghese:

correodelsur.com/seguridad

atb.com.bo/internacional

Traduzione: Inferno Urbano