BLACK BLOC: attaccare l’autorità, il capitale e lo stato nelle strade in modo che tutti possano unirsi a noi.

BLACK BLOC: attaccare l’autorità, il capitale e lo stato nelle strade in modo che tutti possano unirsi a noi.

E’ vero che lo Stato non è una vetrina, ma nemmeno un concetto astratto. Rompere le vetrine non è un’azione rivoluzionaria. In realtà, nessuna azione estranea al contesto e presentata come astrazione è rivoluzionaria. Non possiamo ignorare le intenzioni e la strategia di chi rompe le vetrine. Lo Stato e il capitale non possono essere attaccati come astrazioni. Possono essere attaccati solo nelle loro manifestazioni materiali, nella loro esistenza sociale e nelle loro istituzioni. È impossibile attaccare tutte le manifestazioni materiali del potere nello stesso momento, quindi devono essere attaccate un pezzo alla volta.

Quando l’intenzione di essere per le strade è semplicemente rivendicare educatamente una maggiore libertà dai nostri leader, le manifestazioni diventano eventi controllabili e, in ultima analisi, simbolici. Passività e obbedienza sono la regola dall’inizio alla fine di queste marce, che non rappresentano una minaccia per la continuità dei sistemi di alimentazione. Dobbiamo liberarci del ruolo del dissidente e del dissidente democratico che chiede la riforma del sistema che deve essere distrutto. L’obiettivo non è chiedere ai nostri nemici di fermarsi, ma costringerli a fermarsi.

Le persone che riconoscono lo Stato e il capitale come nemici giurati della libertà – e che vogliono distruggerli piuttosto che scendere a compromessi o dialogare con loro – a volte usano la tattica del “black bloc” per le strade. I “blocchi neri” sono gruppi di persone che indossano felpe, pantaloni, scarpe e maschere dello stesso colore per preservare l’anonimato e impedire alla polizia di identificare e isolare chi sta commettendo una determinata azione. Tutto ciò che serve per partecipare è uno spirito combattivo, amici fidati e vestiti vari da cambiare. Un “blocco nero” non è una banda – a meno che una banda non sia un gruppo che condivide il desiderio di agire insieme per la libertà. Non è un’organizzazione, ma una tattica che può essere usata da tutti coloro che vogliono attaccare questo mondo di miseria, lavoro, devastazione ecologica e dominio in cui devono vivere. Un blocco è unito dalle comuni intenzioni di rivolta e non dall’appartenenza a un gruppo o dalla fedeltà a un leader; perché gli anarchici si organizzano da soli e non hanno leader.

Dalla loro divulgazione in Germania negli anni ’80, i blocchi neri sono stati usati dagli anarchici per realizzare i loro desideri di attacco, riducendo al minimo il rischio di repressione da parte di prigioni e tribunali che usano le loro leggi per proteggere la proprietà e il sistema di potere. Questo ordine sociale che ci imprigiona, ci sfrutta e ci domina può essere destabilizzato da attacchi e i blocchi neri ci permettono di attaccare e sviluppare forze comuni. E’ in questi momenti, quando il potere perde il controllo, che si creano punti di riferimento per le rivolte future, che possiamo impostare una rotta per le insurrezioni.

La polizia è la prima linea di difesa di questo ordine sociale e il mito della loro invincibilità è promulgato ovunque. C’è uno sforzo costante per convincerci che attaccarli è semplicemente vandalismo. Lo sappiamo meglio di te. Possiamo rivendicare la nostra vita insieme e avvicinarci alla libertà agendo contro i nemici della nostra libertà: la polizia e le loro società carcerarie, le banche e altre istituzioni di capitale.

Coloro che si ribellano sono spesso presentati come teppisti. Le autorità dicono che siamo violenti perché siamo noi che vogliamo vivere in libertà, che rifiutiamo di riprodurre ruoli oppressivi, che vogliamo l’abolizione della proprietà, del capitale e dell’autorità per un mondo di totale libertà e solidarietà. Tutto questo per distrarci dall’immensa e costante violenza sistematica con cui i poteri del capitalismo e dello Stato mantengono il loro controllo. Lottando per porre fine a questo ordine sociale, che ci descriverà sempre come “violenti”, possiamo recuperare la nostra vita e la nostra dignità.

In una società che privilegia la proprietà rispetto alla vita, la proprietà deve essere distrutta per poter vivere.

Fonte: Montreal Counter Information

Traduzione (dal francese): Inferno Urbano

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