Atene, Grecia: Rivendicazione degli attacchi incendiari contro alcune abitazioni di giudici di alto profilo – Cellule di azione diretta/Cellula Sacco e Vanzetti

Il sistema giudiziario greco non ha un problema, è il problema.

Le Cellule di Azione Diretta rivendicano la responsabilità dei seguenti attacchi incendiari:

– A casa del giudice Panagiota Yioupi, all’alba di venerdì 14 ottobre, nella zona di Glyfada.

Youpi è uno dei tanti pupazzi asserviti alla banda che opera sotto il nome di giustizia greca. Ha presieduto il processo allo stupratore di bambini e membro della famiglia Mitsotakis, Dimitris Lignadis, che è stato rilasciato nonostante sia stato riconosciuto colpevole dello stupro di alcuni minorenni. È un giudice che fa parte dell’influente entourage del magnate delle spedizioni e trafficante di droga Vangelis Marinakis, avendo emesso una serie di sentenze a dir poco provocatorie a favore dei suoi interessi durante il suo mandato come giudice del Pireo.

Yioupi è implacabile di fronte ai poveri, e distribuisce anni di sentenze con la stessa facilità con cui distribuirebbe giocattoli a una festa per bambini. Ma ha una particolarità: si trasforma in una persona sensibile e piena di buoni sentimenti quando si confronta con persone dell’alta società, con connessioni politiche, accessi e poteri finanziari.

– A casa del giudice Myrsini Papachiou, all’alba di sabato 5 novembre, nella zona di Zografou.

La Papachiou occupa i livelli più alti di quella fogna conosciuta come giustizia civile. Il trono su cui siede come vicepresidente della Corte Suprema è costruito sul dolore di vite umane distrutte dalla prigione.

La nostra decisione di prenderla di mira, oltre che per il suo ruolo istituzionale, è legata al fatto che è attualmente coinvolta nello scandalo Novartis, essendo membro del tribunale speciale che sta processando procuratori statali e funzionari governativi del precedente governo SYRIZA, come imputati per un presunto giro di tangenti. È anche membro del tribunale per l’imminente processo a un ex ministro di SYRIZA, e riguardante un caso di licenze televisive. In realtà, per poter far parte di questi tribunali, Papahiou è stata frettolosamente promossa al rango di vicepresidente pochi giorni prima della selezione dei membri del tribunale. Senza voler essere coinvolti nelle mutevoli alleanze e lotte intestine di questo marcio establishment politico, riconosciamo che questo tribunale sta agendo come una macchina per lavare i panni di una parte dell’élite politica coinvolta nello scandalo Novartis. Uno scandalo internazionale che dimostra con precisione chirurgica come funziona il capitalismo. Multinazionali, big pharma e politici sono stati complici della regolamentazione criminale dei prezzi dei farmaci nel settore sanitario. Sono stati complici dello smantellamento degli ospedali pubblici, del funzionamento di una mafia economica organizzata a livello internazionale che ha sfruttato nel peggiore dei modi uno dei servizi più basilari, quello della salute. Il tentativo sistematico del governo di presentare questo scandalo come una montatura va di pari passo con il rifiuto di chiedere un risarcimento all’azienda. La nostra scelta di colpire una delle marionette che fanno parte del white-washing del governo vuole mettere in evidenza tutto questo.

Il sistema giudiziario greco è uno dei cartelli di potere che, senza alcuna pretesto, fa assolutamente tutto il possibile per far guadagnare i delinquenti capitalisti e i loro scagnozzi in uniforme. Se si controllasse il cellulare di un giudice della Corte suprema, troveremmo i nomi di avvocati, politici, uomini d’affari e agenti di polizia di alto livello tra i loro contatti. Questa è l’immagine del sistema giudiziario greco, una banda divisa in feudi che si scontrano con potenti interessi finanziari e politici. Al vertice della piramide di questo marciume tutto è coordinato per mantenere il potere e la completa impunità. Siemens, Energa Power, Vatopaidi, depositi di sicurezza, cartelli lattiero-caseari, Banca del Pireo, prestiti illegali a partiti e media, intercettazioni illegali, Para Forensic, lista Petsas, scandalo C4I, rapimenti di pakistani, caso “Zardiniere”, Cassette di Risparmio Postale, scandalo Panteion, KEEELPNO, scandalo delle armi, lista nera Lagarde, Novartis, Borsa, Noor 1, Lignadis, Korkoneas, Melistas, Saraliotis, Fourthiotis, Liakounakos, Georgiou, Bobolas, Psyharis, Kontominas, Vardinoyannis, Lavrentiadis, Papantoniou, Voulgarakis, Mandelis, Marinakis, Melissanidis, Restis, Diotis, Saraliotis, Mavridis, Hortiaris, Demopoulos, Filippidis, Jean-Claude Oswald, Alafouzos, Christoforakos, Floros, Milionis, Efraim, Georgiadis, Papageorgopoulos.

Nessuno è mai stato punito da questo drago a tre zampe per i crimini commessi dalla classe dirigente contro di noi in questo Paese. Per nessuno scandalo finanziario, per nessun crimine commesso dai meccanismi repressivi. Nessuna legge che limiti le “libertà” e i “diritti” dei cittadini, anche secondo la definizione della Costituzione borghese, è mai stata giudicata incostituzionale. Coloro che hanno firmato i memorandum, che hanno ceduto la sovranità nazionale alle organizzazioni globali della dittatura economica, impoverendo e schiavizzando la popolazione della colonia chiamata Stato greco, non sono mai stati ritenuti responsabili. Per questa tanto temuta sovranità nazionale, che è stata poi ceduta per legge agli sciacalli del FMI e della BCE, mentre oggi la nostra borghesia indossa i costumi del nazionalismo e dell’irredentismo per poter versare il proprio sangue su quei capitalisti si arricchiranno con lo sfruttamento dell’Egeo. Nessuna sentenza di tribunale ha rivendicato le migliaia di rifugiati e migranti uccisi alle frontiere, le migliaia di lavoratori menomati nei luoghi di lavoro, le migliaia di donne violentate ed estradate dalle organizzazioni di trafficanti, controllate (quasi sempre) da membri di alto rango della polizia greca.

Un rapido sguardo agli eventi degli ultimi mesi rivela il marcio e il fetore a cui ci condanna il capitalismo, finché non troveremo la forza di lottare fino in fondo per riprenderci le nostre vite. Nella colonia greca, se si è ricchi e si hanno le giuste conoscenze, si possono organizzare feste in hotel a cinque stelle, drogare ragazze, violentarle ed essere assolti da un verdetto della giustizia civile (caso dei fratelli Leventis). Anche nella colonia greca è possibile, se si è laureati al College di Atene e si è amici di Mitsotakis, essere nominati dal governo a capo dell’élite culturale del Paese con una cerimonia al Teatro Nazionale, e allo stesso tempo usare la propria posizione per stuprare bambini minorenni. Ma anche nel caso in cui si è costretti alla detenzione, persone come Youpi, con l’assistenza ovviamente di un noto avvocato penalista, faranno di tutto per porre fine a questa situazione spiacevole e imbarazzante (caso Lignadis). Allo stesso tempo, sempre nella colonia greca, se sei un membro di Nuova Democrazia, un amico del governatore regionale o un uomo di chiesa, e fai donazioni alla polizia greca, puoi gestire un negozio locale che riceverà entro 2 anni 37 contratti diretti dallo Stato. Allo stesso tempo hai la possibilità di gestire un giro di pedofilia, stuprare ed espellere una ragazzina minorenne di 12 anni con l’appoggio di tutte le istituzioni di cui sopra (caso Michou).

Ma gli esempi non si fermano qui. Se siete un poliziotto nella colonia greca, i vostri padroni vi daranno vari tipi di diritti per ricompensare lo squallore a cui vi siete ridotti per difendere con le armi il marcio di cui sopra. Potete picchiare impunemente i padri di famiglia, i loro figli, gli studenti, gli operai, le vittime degli incendi e gli operatori sanitari. Potete letteralmente menomare e rendere invalide le persone, sapendo in anticipo che in tutti questi crimini avrete la giustizia civile come alleata. Potete giustiziare un rom di 16 anni con 36 proiettili (il caso di Nikos Sampanis). Durante la vostra permanenza forzata di 3 giorni nel centro di detenzione, riceverete la visita del ministro della “protezione civile” per congratularsi con voi. Il vostro sindacato nominerà un noto avvocato penalista, mentre il vostro caso sarà “casualmente” esaminato da un giudice che aveva precedentemente lavorato nel vostro ufficio, e dopo 3 giorni sarete rilasciati tra gli applausi di centinaia di maiali che vi aspettano all’ingresso dei tribunali. Si possono anche portare ragazze di 19 anni negli spogliatoi di una stazione di polizia, violentarle fino a farle sanguinare ed essere rilasciati dalla “giustizia indipendente” (caso dello stupro di una ragazza da parte di agenti della DIAS alla stazione di polizia di Omonia). Ma si può anche tenere una ragazza prigioniera. Potete violentarla e deportarla. In questo caso i vostri colleghi si assicureranno che la perquisizione della casa in cui l’avete tenuta prigioniera sia incompleta, in modo che non ci siano prove incriminanti contro di voi. Per i prossimi mesi in cui sarete costretti a rimanere in carcere, la “magistratura indipendente” farà in modo che il vostro fascicolo non venga chiuso, nonostante il fatto che ci siano numerosi testimoni, registrazioni dei video di sorveglianza ecc. Nel tuo caso, la maggior parte dei media controllati non farà rumore, nonostante i continui appelli dell’avvocato della ragazza sull’insabbiamento in corso, perché non sei un “pericolo per la società”, come ad esempio coloro che stanno resistendo attivamente per sbarazzarsi di questo cancro che sta opprimendo le vite e le anime delle persone (caso Bougioukos).

Infine, nella colonia greca, se ti chiami Fourthiotis, e sei lo speaker “nazionale” del parlamento, e in particolare del partito Nuova Democrazia, hai diritto alla protezione della polizia. Se inoltre li avete ripresi mentre si abbandonano ai loro appetiti malati, potete essere assolti dall'”inetto sistema giudiziario”, anche se siete i mandanti di tentati omicidi contro agenti di polizia.

Questi pochi esempi non sono la sceneggiatura di un film che descrive una società distopica del futuro. Sono il presente stesso della colonia in cui viviamo. È la dura realtà del capitalismo occidentale. È la brutale verità che viene accuratamente nascosta a tutti i cittadini greci. Il sistema giudiziario borghese e i suoi funzionari, le donne e gli uomini che lavorano in questa sporca e sordida istituzione, sono i custodi di tutto questo marciume e fanno in modo che solo una piccola parte di esso venga alla luce. Sono il cuscinetto che permette a tutti questi bastardi “eccellenti” di rimanere impuniti all’infinito. La realtà è così brutale e crudele che chiunque non la veda è volontariamente cieco.

I giudici crudeli e spietati, quelli che nella maggior parte dei casi applicano pene durissime – spesso oltre i limiti della vita umana – quelli che mettono in prigione persone per debiti di poche migliaia di euro, quelli che rendono illegale e abusivo qualsiasi sciopero, quelli che buttano fuori di casa migliaia di famiglie che hanno contratto mutui con le banche, non hanno condannato NESSUN politico o dirigente di grandi imprese per il saccheggio del patrimonio pubblico. Non hanno condannato NESSUN criminale di guerra per aver agevolato le truppe della NATO a partecipare ai loro interventi criminali in numerose altre colonie del mondo. Non hanno condannato NESSUN armatore per le innumerevoli violazioni ambientali che avvelenano le nostre vite. Non hanno MAI condannato i dirigenti delle aziende farmaceutiche che corrompono medici e funzionari governativi per controllare il mercato dei farmaci, il che si traduce in migliaia di morti fra le persone comuni. Hanno a malapena condannato i funzionari di polizia dche uccidono per strada, picchiano senza pietà durante le manifestazioni e stuprano nelle stazioni di polizia. Non hanno condannato NESSUN funzionario di polizia greco di alto livello coinvolto nel traffico di esseri umani, nel traffico di droga e nel contrabbando di carburante e sigarette. Non hanno condannato NESSUNO degli stupratori sociali di alto livello che usano il loro potere finanziario sui corpi dei deboli distruggendo le loro vite.

Ma c’è un’ulteriore spiegazione per tutto questo. Come abbiamo detto in precedenza, se si guardasse il cellulare di un giudice della Corte Suprema si vedrebbero tra i suoi contatti i nomi di grandi avvocati, politici, uomini d’affari e ufficiali di polizia di alto rilievo. Ci siamo dimenticati di dire che si troverebbero anche i nomi di sfruttatori, soprattutto quelli coinvolti nella prostituzione minorile maschile. La magistratura è il cliente numero uno di questi giri che costringono i ragazzi a prostituirsi per soddisfare i vizi di qualsiasi farabutto che voglia affermare il proprio potere sulle loro anime. Un esempio tipico è il caso del vicepresidente del ΣΤΕ (Consiglio di Stato), Panagiotis Efstratiou, che è stato colto praticamente in flagrante mentre molestava due bambini rifugiati minorenni, facendo uso di droghe, e il caso è stato ovviamente insabbiato dai media mainstream sul nascere. Sfidiamo tutti i media mainstream a venire fuori e a confutare, con prove contrarie, ciò che stiamo affermando. Li sfidiamo anche a pubblicare questa rivendicazione di responsabilità, nonostante ciò che riportiamo sia sgradevole e vada contro quell’abominio chiamato giustizia civile, e a non continuare il gioco di mettere a tacere le nostre azioni che si sta svolgendo negli uffici della polizia greca. L’ultima volta che avete nascosto le nostre azioni vi abbiamo detto che vi avremmo preso di mira e così è stato. Vi abbiamo trovato e ve lo stiamo dimostrando. E sfidiamo anche ogni giornalista che abbia anche solo un briciolo di dignità a indagare sul sordido caso dello stupratore di bambini Panagiotis Efstratiou e, più in generale, su ciò che riportiamo riguardo l'”amore” di questo particolare settore per specifiche organizzazioni di trafficanti.

“Non abbiamo nulla da perdere se non la nostra paura”.

Il motivo del nostro ampio riferimento al cartello che va sotto il nome di giustizia borghese non è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sui mali di questo particolare settore, né perché crediamo che possa esistere una vera giustizia all’interno del sistema capitalistico. Dalla breve panoramica che abbiamo fornito nei paragrafi precedenti è chiaro che questa è proprio l’essenza del suo funzionamento. Come Cellule di Azione Diretta abbiamo chiarito che non abbiamo a che fare con un meccanismo intangibile di sfruttamento, ma con persone che lo gestiscono e che hanno nomi e indirizzi. E se vogliamo trasmettere un messaggio a queste canaglie che gestiscono l’apparato giudiziario, è che faremo tutto il possibile per restituire loro la violenza che usano ogni giorno sugli emarginati, sugli oppressi e su coloro che non rientrano nel loro barbaro sistema. È la nostra giustizia che diventerà un torrente impetuoso e li affogherà. La giustizia della ribellione, la giustizia della violenza rivoluzionaria, la giustizia della lotta che sarà il giudice finale di questi bastardi.

Come abbiamo già detto, la realtà è ineluttabile. La distopia che sta nascendo ci mette più che mai di fronte alle nostre responsabilità. O organizziamo i nostri attacchi ora o affonderemo nella futilità del presente. O saremo un faro di dignità di fronte all’oscurità o finiremo ai margini della storia.

È chiaro che stiamo andando rapidamente verso uno Stato di polizia. La repressione dello Stato è la condizione che ogni persona che lotta per migliorare la propria vita quotidiana deve affrontare. Migliaia di agenti in uniforme hanno ricevuto un lasciapassare dalla loro leadership politica per scopare e picchiare con la benedizione del sistema giudiziario borghese. Il diritto di riunione è stato negato. È stata abolita ogni nozione di rifugio nelle istituzioni educative. Ci sono interi quartieri completamente controllati dalle forze speciali di polizia. Alcuni settori della popolazione sono monitorati da organizzazioni oscure ai margini dei servizi segreti ufficiali.

Al contrario, lo zoccolo duro dell’élite governativa ed economica del Paese è costituito da associazioni mafiose e di trafficanti. I circuiti che trafficano bambini e donne a beneficio dei potenti di questo paese marcio emergono continuamente, senza che nulla cambi mai. Continuano a emergere prove che la matrice del crimine organizzato in Grecia è la triade governo – élite economica – polizia, e nulla cambierà, perché QUESTA È LA NATURA DEL CAPITALISMO.

Tutto questo ci porta a una conclusione. Ora che il potere è stato acquisito e opera senza pretese, ora che non indossa più le maschere dell’umanesimo, dell’equilibrio democratico, dei contratti sociali, ci siederemo nel nostro angolo ad aspettare che ci finiscano? Se l’anarchia non versa il suo sangue per distruggere uno ad uno i bastardi che ci opprimono, qual è la sua ragione d’essere? Per quanto tempo ancora aspetteremo che le condizioni maturino e daremo la colpa ai nostri vicini? Abbiamo finito per produrre più attivisti idioti che Green Peace. La storia del movimento anarchico è una storia di prolungata guerra rivoluzionaria, non di chiaccheroni e accademici che blaterano di “diritti umani”. Alcuni si accontentano di qualche post di denuncia sui social media e della partecipazione a qualche marcia. Ci dispiace, ma tutto questo non è sufficiente. Quanto del nostro sangue deve essere ancora versato durante le proteste perché un poliziotto antisommossa o un bastardo del DIAS sanguini con un martello infilato in testa, mentre esce dalla palestra? Quante sfide giudiziarie devono essere lanciate per farci superare il vecchio schema di repressione – dimostrazione – repressione – denuncia, in modo da poterli visitare a casa loro e chiederne il conto?

Per dirla nel modo più semplice possibile, il diritto alla parola senza azione, senza rischi e senza lotte costanti è un diritto senza senso. Il vittimismo dovrebbe essere gettato nel cestino dei rifiuti insieme a coloro che lo promuovono e lo inseriscono dalla porta di servizio nei campi di battaglia. Chiunque sperimenti tutto questo e non organizzi la propria resistenza è meglio che si arrenda e lasci le nostre fila. Chi non comprende la criticità del momento che stiamo vivendo è un ostacolo alla lotta rivoluzionaria. È più che mai urgente costruire una componente rivoluzionaria distinta, libera dalla piaga contemporanea del riformismo e della politica identitaria che sta travolgendo, paralizzando e corrodendo i movimenti anarchici e anticapitalisti. Il nostro sguardo deve sforzarsi di guardare più lontano, alla prospettiva di una forza anarchica che risponda alle richieste contemporanee. Che dia risposte chiare alla repressione statale. Che abbia una posizione e un’azione radicali tali da formare una polarità distintiva per sfruttare le opportunità che ci attendono. Dobbiamo poi essere realistici e organizzare la violenza rivoluzionaria in modo da trasformarla in una minaccia.

In questa direzione vogliamo inviare la nostra solidarietà e il nostro rispetto a tutti i compagni, in Grecia e nel mondo, che mantengono accesa la fiamma dell’attacco. A tutte le formazioni militanti che in tutto il mondo sfidano nel qui e ora il monopolio della violenza dello Stato e del capitale. A tutti i compagni che cercano con tutte le forze a loro disposizione di radicalizzare le lotte in corso. A quelli che si battono davanti ai cancelli di una fabbrica con la polizia antisommossa durante uno sciopero, a quelli che attaccano le infrastrutture e le collaborazioni economiche del mattatoio della NATO all’interno dell’Unione Europea, a quelli che pensano di espropriare i prodotti dai supermercati per dimostrare che lotteremo con precisione nella prassi. A coloro che si scontrano con le molotov con i poliziotti dai vicoli di Exarcheia, alle università di Santiago. Li invitiamo a lottare insieme per creare la nuova componente militante che metterà il dominio del capitale e delle strutture statali nel mirino della violenza rivoluzionaria. Che si organizzerà per sfruttare le opportunità derivanti dalla prossima instabilità. Che si stringerà attorno allo slogan “Che la paura cambi di campo” e lotterà fino alla fine per la nostra vittoria finale.

Il caso Lignadis – Un esempio di giustizia civile

Nel febbraio 2021, dopo una serie di denunce, soprattutto nel mondo artistico, è scoppiato uno scandalo che tocca parte dell’élite politica e artistica con chiari riferimenti politici a Nuova Democrazia. Dimitris Lignadis, amico del ministro della Cultura Lina Mendoni, e del primo ministro Kyriakos Mitsotakis, laureato al Collegio di Atene e direttore, grazie ad una nomina governativa, del Teatro Nazionale, violentava sistematicamente ragazzi minorenni. Chiunque sia in grado di comprendere le basi e non sia un idiota lobotomizzato, capisce che questo caso non è un incidente isolato, ma dimostra l’esistenza di un circuito organizzato di stupratori di bambini con membri dell’élite artistica e politica che fanno parte di Nuova Democrazia e dei circoli che sostengono Kyriakos Mitsotakis. Non è un caso che qualche anno fa Nikos Georgiadis, pezzo grosso di Nuova Democrazia e consigliere di Kyriakos Mitsotakis, anch’egli laureato al Collegio di Atene, sia stato accusato di atti osceni nei confronti di una minorenne in Moldavia, dove prestava servizio come diplomatico. Per la cronaca, al processo di primo grado, in cui metà di Nuova Democrazia si era presentata come testimone della difesa, è stato condannato a 28 mesi di libertà vigilata, mentre l’accusa è stata archiviata in secondo grado. Questa è stata ancora una volta la risposta del sistema giudiziario civile a un uomo accusato di atti osceni nei confronti di un minore che ha un forte sostegno politico. Dobbiamo capire che coloro che appartengono alle potenti élite politiche, economiche e artistiche sono persone che sanno fin dall’inizio che qualunque cosa facciano, c’è un potente meccanismo di copertura che viene messo in atto in modo che si sentano invincibili e che nulla possa fermarli. È quello che è successo nel caso di Lignadis e del giro organizzato di stupri di bambini di cui faceva parte. Ma partiamo dall’inizio.

Dopo le prime rivelazioni sulle attività di Lignadis, 285 ex diplomati della scuola di Arsakeio hanno presentato una denuncia specifica secondo la quale tutti sospettavano, se non conoscevano, le visite sospette di studenti minorenni a casa di Lignadis. Hanno anche descritto una cultura pervasiva che prevaleva nella scuola riguardo a numerosi casi di molestie da parte degli insegnanti nei confronti degli studenti. Uno di questi episodi ha coinvolto la figlia del presidente della Società filosofica delle scuole di Arsakeio-Tositsia, George Babiniotis, che nel 2008 è stato accusato di due casi di atti osceni con studentesse minorenni. In un caso, i genitori non hanno mai sporto denuncia e si sono limitati a trasferire la figlia in un’altra scuola, mentre nel secondo caso sono stati assolti dalla giustizia civile, che con la sua decisione ha protetto e coperto il giro di stupratori di bambini che esisteva all’interno della scuola. Allo stesso tempo, nella loro denuncia, gli ex diplomati, così come i sindacalisti, hanno affermato che le azioni di Lignadis e degli altri erano note al sostenitore di Nuova Democrazia e di Mitsotakis, George Babiniotis, quando questi raccomandava positivamente al governo la nomina di Lignadis a direttore del Teatro Nazionale. Allo stesso tempo, altre accuse descrivevano come una ONG agisse da protettrice di Lignadis, “consegnandogli” bambini rifugiati non accompagnati da violentare nella sua casa. Ma al di là di tutto questo, anni prima, nel 1997, Lignadis era stato formalmente indagato come sospettato dello stupro di una persona transgender a Lesbo. Sebbene ci fossero prove sufficienti, il caso, ovviamente, non andò avanti per tutti i motivi che abbiamo descritto sopra. È quindi ovvio che chi ha nominato Lignadis a questo incarico era a conoscenza delle sue azioni. Ma è altrettanto ovvio che, al di là della buffoneria politica, la sua nomina a direttore del Teatro Nazionale da parte del governo ha dato a Lignadis, e al resto del giro di stupratori di bambini, un  potere enorme, oltre all’accesso a nuove potenziali vittime.

Fin dai primi giorni delle denunce, è stato messo in atto il meccanismo di copertura di cui sopra. Il governo ha sostenuto il suo prescelto sia con il silenzio, sia con l’appoggio di varie dichiarazioni dei suoi funzionari. Solo quando la situazione è diventata fuori controllo sono state prese le misure necessarie. Il governo ha fatto un accordo con Lignadis, offrendogli clemenza in cambio del suo silenzio sulla profondità e la dimensione del giro organizzato che avrebbe ulteriormente esposto Nuova Democrazia ad un nuovo scandalo. Da parte sua, la polizia, non ha confiscato né il telefono cellulare né il computer portatile di Lignadis. La confisca dei dispositivi elettronici di coloro che sono accusati di pedofilia e altri reati di tipo sessuale è uno dei primi e più importanti passi compiuti dalle autorità per risolvere questi casi. Ma il giudice istruttore incaricato del caso non ne ha ordinato il sequestro, mettendo la “magistratura indipendente” al centro del tentativo di insabbiamento. I sequestri sono stati effettuati dopo molti giorni e dopo la denuncia degli avvocati dell’accusa, quando tutte le prove delle attività di questo schema corrotto erano state apparentemente cancellate. Nella prima fase, quindi, governo – polizia – giustizia civile, con l’aiuto dei media “amici”, sono riusciti a limitare la conoscenza della struttura e dell’attività del giro a una sola persona e con prove limitate. Ad esempio, le denunce dei laureati di Arsakeio e dei bambini rifugiati non accompagnati (che coinvolgevano anche Maximos) non sono state portate all’attenzione dell’indagine ufficiale.

5 mesi dopo, nel luglio 2021, Dimitris Lignadis è di nuovo davanti all’investigatore, accusato di altri due stupri di minori. Questa volta non viene messo in custodia cautelare dai funzionari della giustizia civile. La ragione di questa decisione è stata quella di assicurarsi che affrontasse il prossimo processo con il minor numero possibile di accuse, in modo da poter influenzare il trattamento a lui riservato in quanto imputato.

Il caso giudiziario dello stupratore di bambini e prescelto di Nuova Democrazia, Dimitris Lignadis, è una vergogna anche per questa “giustizia” marcia e miserabile che abbiamo descritto nei paragrafi precedenti. Panagiota Yioupi, in qualità di presidente, ha dimenticato la figura severa e intransigente che la ritrae quando ha di fronte dei poveri diavoli e ha agito come principale avvocato difensore dello stupratore di bambini, superando persino un noto criminologo, che ha gridato oscenità dal banco degli avvocati.

State pianificando l’assoluzione di Lignadis“, ha denunciato l’avvocato Yannis Vlachos, presente come difensore delle vittime di Dimitris Lignadis, rivolgendosi alla presidente del tribunale Panagiota Yioupi.

“Ho iniziato a seguire il processo a Dimitris Lignadis un giorno dopo la testimonianza di Nikos S. Il giorno in cui l’avvocato difensore dello stupratore – secondo la decisione della giustizia – Alexis Kougias lo ha esaminato. Ciò a cui ho assistito nell’aula del Tribunale mi ha fatto uscire dalla stanza per prendere fiato. Per non vomitare. Non l’ho fatto e ho deciso di rimanere lì per registrare e riferire tutto ciò che poteva far vacillare una decisione preconcordata – come tutte le prove alla fine suggeriscono. Il processo seguito è stato palesemente bizzarro. La presidente del processo, Panagiota Yioupi, è stata intransigente per quanto riguarda l’accusa e completamente flessibile per quanto riguarda la difesa”, racconta Maria Kefalas, giornalista rispettata ed esperta.

Quelli che avete appena letto sono solo due dei resoconti che descrivono parte dell’incredibile processo giudiziario che ha avuto luogo. La Yioupi non ha letteralmente lasciato che gli avvocati dell’accusa finissero due frasi prima di interromperli. Non ha permesso loro di fare domande o commenti perché “non riguardano il merito del caso”. Ha impedito loro di presentare documenti con nuove prove delle azioni dell’imputato. Non ha permesso loro di inserire nuove testimonianze perché “non avevano il carattere di una dichiarazione ufficiale”.

Al contrario, non ha posto alcuna obiezione alla sordida presenza del noto avvocato penalista che, a differenza dell’accusa, è stato libero di infamare per ore, di umiliare le vittime e gli altri testimoni dell’accusa. Chiedendo loro ricostruzioni su ricostruzioni. Per sminuirli, per diffamarli. Nelle vicinanze, i media hanno dato a Kouyas un’attenzione 10 volte superiore a quella di tutti gli avvocati dell’accusa, apparentemente per preparare il terreno per l’imminente insabbiamento. Questo particolare tribunale passerà alla storia per ricordarci che non solo non dobbiamo aspettarci nulla da questa istituzione, ma anche che i subumani come Yioupi, e i suoi simili, non devono essere risparmiati. Il disgusto e il marcio devono essere affrontati con la rettitudine della giustizia rivoluzionaria.

Le conseguenze sono note a tutti. Lo stupratore Dimitris Lignadis, nonostante sia stato condannato a 12 anni di carcere per due stupri di bambini, è stato rilasciato con la pena sospesa fino alla corte d’appello. Questa è stata la logica continuazione della sordida procedura seguita durante i precedenti procedimenti. Vale la pena ricordare che la Yioupi ha votato per l’assoluzione completa di Lignadis per tutti gli stupri e ha proposto di concedergli l’attenuante della buona condotta successiva. La liberazione di Lignadis porta la firma di molte persone e di molte istituzioni, e ci impegniamo a far sì che nessuno di loro venga dimenticato dai nostri combattenti. Nessuno sarà dimenticato, affinché tutte quelle persone vulnerabili e impotenti che sono state schiacciate, mentalmente e fisicamente dagli stivali dei potenti, possano un giorno trovare vendetta. Contro il governo che ha appoggiato, la polizia che non ha agito, il sistema giudiziario borghese che ha coperto, Yioupi che ha favorito, il noto avvocato penalista che ha infamato e i media che hanno contribuito a distorcere questo caso. È il sistema stesso che premia i suoi figli. Facciamo quindi un bel respiro e dedichiamoci alla lotta con tutto il cuore. Per riportare Yioupi e tutti gli altri nella pattumiera della storia. Affinché la fogna della giustizia borghese non possa mai più macchiare l’anima del popolo. Affinché non si possa mai più sperimentare questo sordido e banale tribunale che, con Yioupi come direttore d’orchestra, ha liberato un sistematico abusatore di anime minorenni.

Dedichiamo i nostri attacchi allo sciopero della fame dell’anarchico Alfredo Cospito, che lotta contro il brutale regime di detenzione del 41 Bis. Alfredo è uno di noi, è uno dei nostri fratelli che si armano per attaccare i tiranni.

Compagno Alfredo, nel momento in cui abbiamo messo i nostri dispositivi nelle case dei giudici, il nostro pensiero era con te.

Forza a Juan e Ivan che sono in sciopero della fame in solidarietà con Alfredo.

Non dimentichiamo il compagno anarchico Giannis Michailidis che viene vendicativamente privato della sua liberazione dagli illustri bastardi della mafia giudiziaria.

Solidarietà e forza al membro di Azione Anarchica Thanos Chatziangelou.

Solidarietà ai 4 compagni accusati nel caso dell’incendio doloso della polizia stradale del Pireo. Fotis, Iasonas, Lambros, Panagiotis, siamo al vostro fianco.

Solidarietà ai compagni Vangelis Stathopoulos e Dimitris Hatzivassiliadis, il cui appello è in corso. Chiediamo il rilascio immediato di Vangelis e sosteniamo la politica di difesa della lotta rivoluzionaria in tribunale.

Solidarietà con gli 11 combattenti turchi in sciopero della fame nelle carceri greche. Chiediamo che le loro richieste vengano accettate e che il trattamento vendicativo che stanno subendo venga immediatamente interrotto.

Solidarietà internazionalista a tutti i prigionieri politici in Grecia, Italia, Cile, Germania, Messico, Turchia e in ogni angolo del mondo.

Stiamo organizzando cellule di azione diretta per colpire lo Stato e il capitale.

Per l’anarchia

Cellule di azione diretta

Cellula Sacco e Vanzetti

Fonte: athens.indymedia.org via darknights.noblogs.org

Traduzione: Inferno Urbano