Atene, Grecia – Dichiarazione dell’anarchico rifugiato Abtin Parsa

Giorni dopo essere stato seguito, e giorni dopo che la mia casa in Ano Patissia era stata sorvegliata dall’unità antiterroristica, ho pubblicato una dichiarazione politica che include anche un resoconto sugli eventi, il ​​27/10/2019 athens.indymedia

Più tardi, il 09/11/2019, i poliziotti antiterrorismo che si trovavano vicino a casa mia hanno iniziato a muoversi diversamente. Allo stesso tempo, la repressione da parte dell’unità antiterroristica contro il movimento è divenuta più grave, come per l’arresto di compagni con l’accusa di essere coinvolti nell’organizzazione rivoluzionaria “Organizzazione di Autodifesa Rivoluzionaria”.

Il giorno 10/11/2019, dalle 22:00 alle 22:30, mentre stavo tornando a casa, ho visto molti poliziotti sotto copertura nei pressi di casa mia, più del solito rispetto alle ultime settimane. Ho deciso di non tornare a casa e riguardo questo evento  pubblicare immediatamente le informazioni su athens.indymedia

L’11/11/2019, la sera, mentre il mio coinquilino e un suo amico stavano uscendo dall’edificio, sono stati fermati da circa 15-20 poliziotti anti-terrorismo. I poliziotti li hanno ammanettati, messi in macchina e probabilmente 30 minuti dopo gli agenti sono entrati in casa mia con la chiave che hanno sottratto al mio coinquilino. La polizia anti-terrorismo ha iniziato a perquisire l’abitazione. Successivamente, hanno arrestato il mio coinquilino con l’accusa di possedere un coltello militare, trovato nella nostra casa.

Il 12/12/2019, il mio coinquilino ha subito un processo alla corte di Evelpidon, edificio 7, e presto avrà un’altra udienza in tribunale (in uno degli aggiornamenti precedenti, che ho pubblicato in “Indymedia Atene”, ho scritto che il mio coinquilino era stato arrestato per il possesso di una pistola, ma si trattava di informazioni errate fornite dall’avvocato e quando, giorni dopo, ho rivisto il mio coinquilino quest’ultimo mi ha corretto).

Dopo il raid dell’unità antiterroristica a casa mia, mancavano queste cose:
1) tutti i miei documenti con cui sono stato riconosciuto legalmente come rifugiato in Grecia;
2) cose personali, come uno spazzolino da denti, un cuscino e alcuni vestiti;
3) un laptop;
4) dei soldi;
5) alcuni testi politici;
6) un telefono cellulare (non uno smartphone).

Sono un rifugiato politico anarchico che è stato imprigionato e torturato per 1 anno e mezzo nella prigione segreta dell’IRGC in Iran. Sono stato arrestato all’età di 16 anni, nel 2014, nella città di Zarghan, in Iran, accusato di aver insultato la religione e di aver svolto attività contro il regime iraniano. Nel 2016 sono fuggito dall’Iran alla Grecia. Sono stato nel campo di concentramento di Samos per 8 mesi e durante questo periodo ho ottenuto l’asilo politico da parte dello Stato greco. Nel 2017 sono arrivato ad Atene e dallo stesso anno sono stato un membro attivo nel movimento anarchico locale.

Il regime sta cercando di terrorizzare il movimento, ma il regime dovrebbe sapere che per coloro che non hanno più nulla da perdere, la paura non esiste. La resistenza sopravviverà e il sistema morirà perché la nostra volontà per la libertà è più forte delle sue armi e dei suoi poliziotti. Continuerò a partecipare al movimento. Se venissi rapito dall’unità antiterroristica, inizierò immediatamente uno sciopero della fame.

Solidarietà ai compagni che sono stati arrestati o ricercati dall’unità antiterroristica.

Abtin Parsa
23/11/2019

Fonte: Act For Free