Allarme anarchici? Contro lo stato sovversivo del modo di produzione capitalistico

Dopo che ieri nel pomeriggio è stato risalto alla nuova trama “eversiva anarchica” che ha colpito con provvedimenti cautelari e capi di imputazione gravissimi ai compagni e compagne del “Circolaccio” e della fanzine di contro informazione “Vetriolo”, oggi sulle pagine dei giornali si sbatte sulle prime pagine l’allarme lanciato dai pool dell’anti terrorismo delle Procure della Repubblica dello Stato Democratico.

Chi sono i sovversivi dell’ordine dello stato di cose presente? Gli anarchici!

Aveva perfettamente ragione quella sinistra di classe, antagonista, anarchica e black insurgent a sottolineare che non c’era da rallegrarsi se il push di massa del ceto medio (e non solo) bianco (nella sostanza), suprematista e antiproletario al Capitol del 6 gennaio 2021 fosse stato respinto dalle forze del (dis)ordine democratico, il sacro Congresso riconsegnato all’altare della Democrazia.

Avevano ragione a sottolineare che quando lo Stato Democratico schiera la sua forza e violenza organizzata contro i movimenti delle destre sociali estreme lo fa con il duplice scopo antiproletario. Rafforzare con l’autoritarismo dello stato la soggezione del proletariato alle necessità della accumulazione capitalista che, siccome è morsa da una profonda crisi sistemica, impone di autorità convincere che solo nella mediazione capitalista vi sia la possibilità di riprodurre le condizioni di vita proletarie e degli sfruttati e di quelli via via proletarizzati. Il messaggio è semplice e netto che le forze impersonali del capitale lanciano alle masse attraverso l’azione concentrata dello Stato e delle sue propaggini politiche, mediatiche e scientifiche in nome del bene comune democratico e dell’antifascismo: benché non è possibile a causa di una profonda crisi sociale, economica e sanitaria “riconoscervi più quegli spazi relativi per la mediazione” tra interessi del profitto e della condizione proletaria, non vi altra possibilità di scelta che tuteli le condizioni della riproduzione sociale della vita al di infuori delle “nostre ricette”, dei “nostri piani di resilienza”, in sostanza al di fuori o contro l’insieme delle relazioni complessivi del modo di produzione capitalistico. Il sacrificio deve essere accettato per il bene della società del capitale, oltre c’è il fascismo. Ma sappiamo che quegli “spazi di mediazione” del passato non sono più riproponibili e possibili per la massa maggioritaria del proletariato e degli sfruttati delle campagne del mondo globale. Una massa crescente tra le nuove generazioni proletarie è già senza riserve e la loro vita davvero meschina. Una massa crescente di un proletariato meticcio che già da prima del tempo del coronavirus era nella linea di prossimità del non poter vivere (sopravvivere) come prima, il tempo del coronavirus ha aggravato. Le immagini al confine tra Polonia e Bielorussia, quelle simili delle carovane dei latini, indios e sud americani che si scontrano con le truppe delle guardie di frontiera del Messico e degli USA ci raccontano di una marea umana saccheggiata da questa società del “miglior mondo possibile”. UE e USA accerchiati da quei “popoli barbari” che essi dominano e hanno saccheggiato bussano alle porte. E dentro i confini del ricco, grasso e armato Occidente la rivolta dei blacks, brown, yellow e white contro il razzismo sistemico, dei giovani arabo israeliani dentro i confini di Israele e contro la pulizia etnica della Palestina aleggia la possibilità potenziale che un giorno i lavoratori autoctoni sempre più ridotti senza alcuna mediazione e quelli che già sono immigrati saranno costretti a saldare le loro lotte ricollegandole con il moto umano ai confini (e già oggi si cerca di scongiurare con altrettante azioni repressive dello stato contro le lotte nell’industria della logistica). Una possibilità di azione questa si davvero sovversiva, altro che i “teoremi” dei GIP e delle Procure inscenate in questi giorni, il cui obiettivo da colpire, dopo aver agitato lo spauracchio del “fascismo” punta contro le possibilità di lotta proletarie.

Dopo aver fatto spallucce nei confronti di un modesto virus che diventa tragedia perchè le condizioni della vita e della natura nel loro reciproco equilibrio tra attività dell’uomo produttivo e mondo macro e microbiologico erano già state abbondantemente minate dalla società “del migliore dei mondi”, diventa immediata necessità imprigionare i già senza riserve nei regimi di contenimento, lockdown e di coprifuoco “sanitario”, ricattarli con una campagna vaccinale di massa obbligatoria che afferma: “o l’accettazione della vita ridotta a macchina resiliente che produce profitto”; oppure la morte sociale rinchiusi in uno spazio al margine della vita sociale stessa senza mezzi di sussistenza.

In sostanza la crisi generale del modo di produzione capitalistico non possedendo più quei “margini di mediazione” si trova a contrastare con misure di assoluta emergenza (questa si vera!) lo spettro non poi così tanto remoto di 10, 100, 1000 improvvise insorgenze. Non ha alcuna importanza di quale sia l’interpretazione scientifica sui vaccini anti covid, se essi provvedono ad un cerotto di cura temporaneo oppure sono solo sieri genici sperimentali inutili e in moltissimi casi dannosi alla salute dei più giovani e dei meno anziani nel lungo periodo. Chi si rifiuta oggi al Green Pass oppure alla ripetute misure di coprifuoco e manifesta una testarda esitanza al novello vaccino esprime il dubbio che dopotutto questo non sia il “migliore dei mondi possibili” proprio tra quei proletari già senza riserve ed in procinto di diventarlo. E metterli alla gogna è utile per mantenere al tempo stesso nella prigione sociale capitalistica che si rafforza quanti al momento questo “mondo migliore” passivamente e transitoriamente lo subiscono anche essi. Ma ad ogni richiamo vaccinale per la terza, quarta, quinta dose le forze che ci dominano sanno che l’incantesimo capitalistico possa essere interrotto di botto. Se nel frattempo accelerazione autoritaria e totalitaria avviene, e i teoremi sulla eversione appaiono credibili ai più, se il ricatto vaccinale ed il coprifuoco sanitario viene subito e facilmente imposto alla maggior parte dei lavoratori e lavoratrici, se le “regole dello stato di diritto” vengono infrante o ne viene invocata la sua soppressione e la segregazione sociale per certe categorie di persone (di donne, uomini e bambini) proprio dalle massime cariche dello stato (a cominciare dal Presidente della Repubblica Mattarella che sembra in procinto di farsene portavoce), che ricordiamolo è lo stato del capitale, questo accade perchè già da prima la stessa segregazione razzista si imponeva sulla umanità immigrata all’interno dei nostri confini e fuori sui confini militarizzati è imposta alla maggioranza della umanità sfruttata.

Come possiamo sottrarci ad un dispositivo criminale che ricatta “o ti vaccini o ti nego le condizioni della vita” e farlo notare come tale a chi oggi lo ha ritenuto necessario per il “bene della comunità” e dell’economia e strappare con la lotta la libertà dal totalitarismo capitalista, quando la libertà di circolazione, di esistere ed avere riconosciuta la propria esistenza nel società attraverso un documento o un “permesso a soggiornare” tra noi viene negata con la violenza ai più istituendo confini armati ed i nuovi lager chiamati CPR? L’estensione della dominazione e del confinamento crescente sulla maggioranza della popolazione sfruttata arriva fino a casa nostra, non solo mettendo proletari autoctoni contrapposti ai proletari immigrati e razzializzati, il mercato capitalistico ci trascina in una contrapposizione tra i più vicini e collegati nelle relazioni umane quotidiane: amici proletari contro altri amici, contro il proprio vicino di casa, contro il proprio compagno di banco o compagno di lavoro in una drammatica concorrenza sul mercato della riproduzione delle condizioni della vita. Come faremo a difendere il nostro giusto salario, se questo totalitarismo arriva a dividerci per contrapporci fino nell’intimo delle relazioni di solidarietà e di amicizia?

Allora, una volta sgomberato l’utile spauracchio fascista, le messe in scena dei teoremi sovversivi anarchici e la campagna repressiva che si materializza punta a colpire la necessità di meticciato in lotta dell’intero spettro e palcoscenico delle vite ridotte a macchina utile o inutile per il profitto in cambio di una riproduzione della nuda vita che sarà costretta a determinarsi. La vera eversione che essi temono è proprio l’esplosione di questo meticciato di massa. Il vero terrorismo è quello di chi difende con la forza, il ricatto e la repressione quello che loro chiamano “il migliore dei mondi possibili” ossia il modo di produzione capitalistico. Signore e Signori, Ladies and Gentlmen che difendete il vostro privilegio perchè anche voi sottoposti ma compiacenti e soddisfatti al profitto e alle sue necessità siete voi i veri eversivi e sovversivi nei confronti della specie e della comunità sociale umana, è questo modo di produzione capitalistico che nell’ingovernabilità delle sue contraddizioni sempre più acute a determinare la più generale eversione per l’abolizione dello stato di cose presente.

Se questo sabato non comincerà a muoversi tra le piazze di Italia (contro il green passo e l’obbligo vaccinale) e di Napoli (dei movimenti dei disoccupati partenopei che saranno in piazza sabato 13 novembre contro la repressione delle lotte sociali ed indicati come come incubatrice da cui nasce la nuova trama terroristica eversiva contro le istituzioni democratiche) lo scampanio verso questa prospettiva, di settimane con giorni di sabato non c’è mai fine!

Fonte: noinonabbiamopatria.blog