Accettabile

Abbiamo sbagliato, lo ammettiamo. Ma si è trattato di un riflesso condizionato duro a morire. Questa mattina, leggendo le notizie, non siamo riusciti a trattenere un moto di gioia nell’apprendere che nel corso della scorsa notte è stato incendiato il portone d’ingresso dell’Istituto Superiore di Sanità, a Roma. Qualcuno lo ha cosparso di liquido infiammabile e gli ha dato fuoco, per poi dileguarsi. I custodi sono subito intervenuti dando l’allarme e i danni sono limitati, però…

Però poi ci ha pensato l’onorevole ministro Speranza a riportarci con i piedi per terra, con le sue ammirevoli parole: «Sono inaccettabili gli atti intimidatori contro l’Istituto Superiore di Sanità. Il nemico è il virus. Non chi si impegna per combatterlo». Già, è vero, come abbiamo fatto a scordarlo? Il nemico è il virus – e dire che lo sapevamo. Facciamo quindi pubblica ammenda e per penitenza ricordiamo ai nostri lettori che:

è accettabile l’instaurazione di uno stato d’emergenza per contrastare una pandemia poco più che banale; è accettabile il terrorismo sanitario-mediatico che fa passare per vittime del virus chiunque sia morto a causa della gestione dell’emergenza o per infarto o è annegato o si è suicidato… purché positivo al tampone; è accettabile la privazione di ogni minima libertà di movimento; è accettabile il divieto di toccare o abbracciare chi si desidera toccare o abbracciare; è accettabile l’obbligo di indossare costantemente ciò che toglie il respiro senza apportare alcun beneficio; è accettabile poter uscire di casa solo se muniti di giustificazione; è accettabile il lockdown e il coprifuoco; è accettabile il massacro dei detenuti che protestano per il proprio isolamento; è accettabile l’imposizione del TSO per chi invita pubblicamente la gente ad uscire di casa; è accettabile la delazione di massa; è accettabile non poter assistere i propri cari in punto di morte; è accettabile il suicidio di chi si trova d’un tratto senza più mezzi di sussistenza; è accettabile la repressione statale o il linciaggio privato di chi si prende la tintarella o porta a spasso il cane; è accettabile spacciare per vaccino salvifico un intruglio farmacologico i cui effetti sono del tutto sconosciuti; è accettabile paventare l’ipotesi di imporne la somministrazione affidando questo compito ad un generale; è accettabile una vita privata di ogni significato, di ogni pur minimo piacere, ridotta nel migliore dei casi a mera sopravvivenza biologica…

Sono tante le aberrazioni che nel corso di quest’ultimo anno abbiamo scoperto essere accettabili, sull’onda della grande mutazione dell’essere umano, che dallo sfidare la morte pur di difendere o conquistare la libertà è arrivato a rinunciare ad ogni libertà pur di non correre il remoto rischio di morire. E sia, ormai siamo rassegnati. Ma anche ministri e minestrine, prefetti e generali, inquirenti e capipopolo, dovrebbero rassegnarsi. Quelli che loro chiamano «atti intimidatori» aumenteranno, se non in quantità di certo in qualità. Perché niente e nessuno potrà impedire che nei prossimi anni, fra i pochi esseri umani fatti di carne e sangue rimasti in circolazione, diventi letteralmente irresistibile la tentazione di trarre le conclusioni pratiche di una decennale ovvietà:

«È una grande sventura vivere in tempi così abominevoli. Ma è una sventura ancora peggiore non tentare, almeno una volta, per la bellezza del gesto, di prenderli alla gola».

Fonte: Finimondo