Cile: E’ uscito il numero 31 del bollettino anarchico “La Bomba”

“… devi essere veloce come il vento; avanzare lentamente, maestoso come la foresta; nelle incursioni così come nei saccheggi, simile al fuoco; se detenuto, incrollabile come le montagne. Incredibile come le nuvole, muoviti come un fulmine”.

In un mondo fatto di apparenze, è facile nascondersi dietro le parole. Molti di quelli che parlano con veemenza contro questo mondo, in realtà non metterebbero a rischio il loro benessere; preferiscono essere furtivi; preferiscono rimanere in silenzio; preferiscono ingannarsi con un post su Facebook, Instagram o da qualche altra parte dove il proprio ego viene applaudito.

È importante rendersi conto di ciò che sta accadendo intorno a noi. Aprire gli occhi, liberarsi dalle catene che imprigionano il nostro cervello, riscaldare i nostri cuori e cercare tra le immagini di plastica e falsità, ciò che davvero può liberarci; l’azione di coloro che hanno un legame ancestrale con tutti i ribelli, i sovversivi e i rivoluzionari … perché qui si tratta di coloro che vogliono veramente porre fine a questo mondo di miseria e sfruttamento, e coloro che non lo vogliono, anche se stanno tutto il giorno a parlare di politica …

Lo Stato e il capitale vogliono alienarci e tenerci isolati; ma è sufficiente un atto di rivolta, una piccola frattura nell’ordine precostituito, per rendersi conto che nelle strade ci sono molti guerrieri che pianificano e attaccano, cospirando e inseguono il nemico storico della classe oppressa.

È facile mettere in piedi attività “sociali”; tuttavia, è difficile mettere in pratica quanto stabilito: la stessa cosa accade con la violenza politica. Quando l’azione diretta si blocca, si costruisce un terreno fertile dove lo stato può facilmente colpire, e persino usare la nostra stessa violenza a suo favore.
Non esistono formule precise per l’attacco, ma c’è l’infinità delle esperienze dei nostri fratelli nel tempo e nello spazio, e sono le lezioni da cui dobbiamo trarre ispirazione ed insegnamento per far progredire la nostra attività ribelle.

Non dobbiamo sottovalutare il nostro nemico. In questo senso, lo Stato è molto abile nel recuperare azioni violente e sovversive per se stesso. Di questo potere ne fanno parte tutti gli intellettuali che parlano, tutti i potenti, i pentiti, tutti i codardi intossicati dal loro conforto; In breve, tutti quelli che parlano dell’idea, ma che non vogliono veramente una ribellione.

È importante sapere che ci sono compagni pronti all’azione, alla ricerca di complicità e risposte ai problemi dell’insurrezione. È prezioso riconoscersi per strada, non in un dialogo virtuale o in una convivenza pseudo-rivoluzionaria. Per la strada, o in una barricata, in una rivolta, o in un’assemblea che promuove le azioni dirette. La spinta e il coraggio dei nostri fratelli che combattono contro l’oppressione, spostando il tutto sul piano concreto delle azioni, dei sentimenti e dell’odio verso un mondo che sembra una prigione.

Oggi, mentre si raccolgono fondi per ricostruire una cattedrale, nel mondo migliaia di persone soffrono per la fame e le guerre; mentre lo Stato, forte delle stesse leggi che promulga, persegue i ribelli: fa irruzione nelle loro case, li reprime e li incarcera.

Allora, cosa vuoi fare? Palestina, Africa, Messico, Wallmapu, i prigionieri: non hanno bisogno di una frase bella e ribelle; loro hanno bisogno che noi agiamo!!!

Dobbiamo attaccare. Dobbiamo distruggere tutte le strutture del potere e tutti coloro che rendono possibile questa forza che sostiene lo Stato e il capitale. Dobbiamo far esplodere ovunque l’odio contro questo osceno mondo fatto di prigioni. Ma non cadere nell’irresponsabilità borghese. Impariamo a riconoscere la nostra forza, il nostro talento e le nostre debolezze. Impariamo a conoscere il nostro nemico, e con intelligenza e astuzia, colpiamolo dove è più debole.

L’azione violenta contro l’ordine dei ricchi e dei potenti non è un divertimento stile post-moderno. Non è un romanticismo del XXI secolo; perchè in esso non c’è convinzione. Quando c’è convinzione, la nostra partecipazione si somma, le nostre menti diventano forti, e non c’è nessuna prigione o esercito che riesca ad infrangere il nostro desiderio di vedere il fuoco divorare lo Stato, il capitale, le carceri e il patriarcato.

Perchè i potenti non si priveranno mai del loro potere con le buone. Perchè sono loro ad avere le armi. Perchè hanno portato morte e miseria in questo mondo. Perchè sono degli assassini. Ed è per questo che devono sparire.

Ancora esitate ad attaccare?

Un saluto fraterno a tutte i compagni che combattono contro l’oppressione; dal Rojava alla Grecia; da Haiti ai licei di Santiago.

Redattori del Bollettino “La Bomba”.

Aprile 2019

Download PDF: La Bomba #31

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Traduzione (dallo spagnolo): Inferno Urbano